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CANNES 2012 Concorso

Vous n’avez encore rien vu: uno strano rendez-vous

di 

- Un brillante esercizio di stile per il fantasioso maestro Alain Resnais, che con un abile gioco di specchi rende omaggio alla creazione e agli attori

Specchi e bambole russe in programma al 65mo Festival di Cannes, dove il ludico cineasta francese Alain Resnais (89 anni) ha presentato oggi in concorso il 20mo lungometraggio della sua lunghissima carriera, un film il cui titolo è una sfida al tempo e alla ricerca cinematografica: Vous n’avez encore rien vu [+leggi anche:
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(lett. non avete ancora visto niente). E la promessa è mantenuta con un brillantissimo esercizio di stile che si basa su un concetto affascinante: sviluppare la stessa storia su diversi strati narrativi che si intrecciano. Nessun bisogno di effetti speciali (o quasi) per Resnais che si appoggia a una messa in scena molto teatrale, altra eco dell'intreccio, giacché al centro di tutto c'è la rappresentazione dell'Euridice di Jean Anouilh, ossia il tema dell'amore e della morte.

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Ricco di idee, il film comincia con una scena che introduce 13 attori che utilizzando il proprio nome ricevono lo stesso messaggio telefonico: "La chiamo per comunicarle una brutta notizia. Antoine d’Anthac è morto". I 13 sono invitati all'apertura del testamento in un piccolo villaggio sperduto e una scritta ci annuncia che "quando ebbero passato il ponte, i fantasmi vennero loro incontro". Un maggiordomo li sistema infatti davanti a un grande schermo dove compare il morto (Denis Podalydès). Si scopre che tutti e 13 hanno interpretato, in età ed epoche differenti, l'Euridice di Antoine d’Anthac, il quale li invita a giudicare una registrazione delle prove di un nuovo adattamento da parte di una giovane compagnia teatrale. Il film comincia e presto gli attori sistemati su comodi divani davanti allo schermo fanno eco alle battute, le anticipano, si sincronizzano, si rispondono fra di loro e poi recitano con gli attori sullo schermo. Essendoci due Orfeo nella realtà (Pierre Arditi e Lambert Wilson) e due Euridice (Sabine Azéma e Anne Consigny), senza contare quelli sullo schermo, le possibilità si moltiplicano e la pièce va costruendosi attraverso un gioco di specchi e una stupefacente mise en abîme.

Le tre interpretazioni dei due personaggi principali sono anche quelle di tre generazioni differenti, mentre gli altri personaggi sono "semplicemente" duplicati dallo schermo alla "realtà" in cui Mathieu Amalric incarna con diletto la Morte, Michel Piccoli il padre di Orfeo e Hippolyte Girardot un odioso impresario. Perché è anche di teatro che la pièce parla, visto che una compagnia teatrale è in transito in una stazione dove Euridice incontra Orfeo. Amore, dubbi, gelosia, destino, peso del passato e del male che pervade il mondo ("Sei buono? Sei cattivo?") e dal quale è difficile scappare, fuga, morte, viaggio nelle profondità oscure per salvare l'essere amato… Il mito di Orfeo traccia tutte le questioni fondamentali della vita e della morte, la Bestia che attende il suo momento dietro le quinte. La Morte sfida la speranza ("avete sete d'eternità, ma siete verdi dallo spavento") e manda Orfeo al suo appuntamento in un giardino di ulivi…

Utilizzando scenografie vaste e spoglie riprodotte in studio per rafforzare la teatralità, Alain Resnais si diverte con questo ingranaggio in cui lo spettatore si immerge volentieri dopo un primo momento di esitazione. Montato e interpretato a meraviglia, il film si avvale anche di qualche trucco: schermo diviso in due per ritrarre la stessa scena della pièce interpretata da due attori diversi che danno la battuta a un unico attore posto nel mezzo, "split screen" a quattro finestre, evaporazione di personaggi che diventano improvvisamente invisibili… Un gioco degli specchi più che sottile che fa di Vous n’avez encore rien vu (la cui sceneggiatura è firmata da Laurent Herbiet e Alex Réval) un'opera di grande classe intellettuale e cinematografica, anche se questa astrazione e il concept stesso potrebbero anche lasciare indifferenti o comunque tenere le emozioni a debita distanza.

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(Tradotto dal francese)

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