email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

SARAJEVO 2012

Policeman: il “nemico” è in noi

di 

- In contemporanea con l'annuncio a Gerusalemme del suo nuovo progetto The Kindergarten Teacher, il primo lungometraggio del regista israeliano Nadav Lapid è stato presentato a Sarajevo

Dopo il fortunato tour in varie manifestazioni internazionali (Locarno, Gerusalemme, Buenos Aires, San Francisco…), ora è il 18mo Festival del Cinema di Sarajevo ad accogliere la presentazione di Policeman nella sua sezione Operation Kino. Il film, che segna il debutto nel lungometraggio dello scrittore e regista israeliano Nadav Lapid, è stato uno dei film più controversi lo scorso anno nel suo paese d'origine.

Policeman riesce in ciò che molte produzioni israeliane politicamente impegnate non riescono: parlare dell'identità e delle contraddizioni di Israele senza affrontare direttamente il delicato conflitto palestinese. Il fantasma del "nemico arabo" è inevitabilmente presente, ma Policeman preferisce giocare con le aspettative e con le paure per poi sorprendere con una storia che non oppone ebrei e palestinesi bensì israeliani e israeliani o, più concretamente, rappresentanti dell'ordine dello Stato e giovani rivoluzionari che si oppongono a questo ordine.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Come se fondesse due pellicole in una, la sceneggiatura di Policeman si struttura intorno a due trame i cui diversi protagoisti (e antagonisti) si incroceranno soltanto alla fine. Nella prima parte, viene presentato Yaron, il poliziotto cui fa riferimento il titolo. Prossimo a diventare padre, Yaron vive diviso tra la tenerezza che riserva a sua moglie incinta, il cameratismo virile che condivide con i suoi amici e la violenza del suo lavoro nel reparto antiterrorismo. Lapid non solo propone una riflessione sulla mascolinità in un paese in cui essere uomo significa inevitabilmente essere stato soldato, ma anche un'immersione nel mondo della polizia corrotta in cui l'interesse supremo dello Stato deve essere rispettato a qualsiasi prezzo. A Yaron hanno insegnato la sua missione in seno allo Stato e lui non si è mai fatto domande. Almeno fino ad ora.

La seconda parte, che comincia con un gruppo punk che distruggono auto per le strade di Tel Aviv, è centrato su un gruppo di giovani studenti che decide di rivendicare il cambiamento sociale attraverso un atto terrorista. La rivoluzione, si sa, è un'invenzione borghese e anche questi studenti lo sono. Nell'appartamento elegante di uno di loro, organizzano un piano per rapire il patriarca di una delle grandi fortune del paese per attirare l'attenzione sulla disuguaglianza sociale. Benché il leader dei rivoluzionari sia un uomo, la storia si concentra sull'unica ragazza del gruppo. Il confronto verbale tra lei e un'altra ragazza (figlia dell'imprenditore rapito e rapita a sua volta il giorno del suo matrimonio) regala uno dei più bei dialoghi del film: “Non hai una testa, hai un'acconciatura. Non hai un corpo, hai un vestito”. “Verranno a salvarmi, andrai in carcere e poi desidererai essere come me”.

Due storie che rappresentano due mondi distinti, entrambi sbagliati nei loro metodi e impotenti di fronte alla possibillità di un cambiamento. Attraverso i rispettivi protagonisti, questi mondi si guardano letteralmente negli occhi alla fine, un'esplosione inevitabile dopo quasi due ore in cui Lapid capta con talento e perspicacia la tensione latente e le contraddizioni di una società. Non sappiamo se il cinema possa cambiare il mondo, o se non fa altro che imitare la vita reale, ma Policeman è una di quei film che turbano e che osa porre domande tanto fondamentali quanto scomode su un mondo in cui la paura e l'ignoranza sono diventate le principali alleate di uno status quo spesso tragico e ingiusto.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dallo spagnolo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy