Nuummioq: niente cinema, è di scena il tribunale
- Successo al Sundance ed altri festival, la prima produzione professionale della Groenlandia è stata vista da 4.500 spettatori locali
Al suo lancio, con buon successo di critica, al Sundance Film Festival 2010, Nuummioq del regista danese-groenlandese Otto Rosing è stato visto come il kick-off dell’emergente industria cinematografica della Groenlandia (la più grande isola al mondo, 2.2 kmq e 57.000 abitanti, un’isola autonoma all’interno della Danimarca situata fra Artico e Oceano Atlantico).
Ad oggi, però, la prima produzione professionale del paese è uscita solo in patria (al cinema Katuaq di Nuuk nel novembre 2009) ed è stata vista da 4.500 spettatori. Il film sta per giocare un ruolo importante nei tribunali: Rosing ha infatti denunciato alla polizia il produttore Mikisoq H. Lynge per appropriazione indebita. Il tabloid danese Ekko ha seguito la vicenda.
Dopo il Sundance, Nuummioq ha girato per festival in Germania, Islanda, Canada, Turchia, Regno Unito, Spagna e Repubblica Ceca, ed è diventato il primo candidato all’Oscar groenlandese. Il distributore britannico The Works era pronto a siglare un contratto da 100.000 euro per rappresentare il film nel mondo (all’infuori di USA e Danimarca), ma poiché dopo otto mesi non era stata definita la proprietà dei diritti, il contratto è stato cancellato.
Girato in 28 giorni nell’agosto 2008, il lungometraggio — che vede la partecipazione del fratello di Rosing, Lars Rosing, e della cantante e attrice danese/groenlandese Julie Berthelsen— segue un operaio edile di Nuuk che si innamora follemente, prima di scoprire di avere un tumore incurabile. L’uomo è costretto a scegliere: andare a curarsi in Danimarca, e forse allungare la vita di qualche anno, o restare e morire?
Lynge aveva venduto il 49% della sua casa di produzione, 3900Films, per finanziare il film da 600.000 euro, coperto in parte con la dilazione di debiti. I numerosi problemi causati dalla depressione di Rosing avevano portato lo sceneggiatore Torben Bech a completare il film. La società era quindi finite in bancarotta, lasciando 250.000 euro di debiti, e stipendi non pagati per cast e troupe.
(Tradotto dall'inglese)
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