13/03/2003 - Drastico piano di ristrut-turazione per ridurre i costi: 450 licenziamenti e meno investimenti nel cinema

Situazione difficile per il gruppo Canal+ (Vivendi Universal) che ieri ha annunciato un ampio piano di ristrutturazione interna: 450 licenziamenti su un totale di 3038 impiegati.
Queste misure radicali confermano il pessimo stato di salute della pay tv, che con la perdita anche quest’anno di 70.000 abbonati e i 5 miliardi di euro di debiti, compromette seriamente il proprio futuro.

Il bilancio riflette anche la posizione precaria della casa madre, Vivendi Universal, che ha recentemente rivelato una perdita record di 23.3 miliardi di euro per il 2002, riassorbita in parte passando in un solo anno da 21.4 a 12.3 miliardi di euro. Da tempo entrato nella fase di riduzione, il Gruppo Canal+ proseguirà il programma di cessione delle proprie filiali all’estero (Italia, Scandinavia, Benelux) mentre in Francia si riposiziona sui suoi pilastri televisivi: il cinema e lo sport.
Anche l’attività di produzione cinematografica è altrettanto coinvolta nel piano di ristrutturazione, poiché StudioCanal sopprimerà 34 posti su 250, pensando in una maggiore selettività negli investimenti sulla settima arte.

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Cresce l’inquietudine tra i professionisti del settore, riguardo ai pre-acquisti di film che fanno di Canal+ il principale finanziatore del cinema francese con 122.99 milioni di euro investiti nel 2002 per un totale di 109 film. Gli obblighi legali della rete si poggiano sulle proprie risorse economiche: il 20 per cento deve essere destinato all’acquisto dei diritti di diffusione delle opere cinematografiche, di cui il 12 per cento a film europei e il 9 per cento a film francesi, con un minimo legato al numero degli abbonati del canale. Il declino di Canal+ porterebbe quindi automaticamente ad una diminuzione dei fondi disponibili per i produttori di lungometraggi. Uno scenario da brivido per il cinema francese, che ha spinto tutti alla ricerca di soluzioni alternative.

(Tradotto dal francese)