Namur dà spazio alle opere prime belghe
- Il Festival del Film di Namur mette in luce la diversità e la vitalità delle cinematografie francofone, con particolare attenzione ai giovani registi belgi
Il 27mo Festival Internazionale del Film Francofono di Namur, che si terrà dal 28 settembre al 5 ottobre, ha annunciato la sua ricca e variegata programmazione. Il Festival presenta lungometraggi di finzione, ma anche documentari, cortometraggi e videoclip all'interno di sezioni competitive e retrospettive. Oltre 160 film sono in programma, in rappresentanza di gran parte dei sessanta territori francofoni nel mondo.
I film del Sud tornano in competizione al festival con la selezione di due film senegalesi (Aujourd’hui [+leggi anche:
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scheda film] di Alain Gomis, scoperto a Berlino, e La Pirogue [+leggi anche:
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scheda film] di Moussa Touré, selezionato a Un Certain Regard) e di tre film maghrebini (Les Chevaux de Dieu [+leggi anche:
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intervista: Nabil Ayouch
scheda film]
di Nabil Ayouch, anch'esso selezionato a Un Certain Regard, che racconta il percorso dei giovani kamikaze responsabili degli attentati di Marrakech; Yema [+leggi anche:
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scheda film] della regista algerina Djamila Sahraoui; e
C’était mieux demain, documentario di Hinde Boujemaa che segue il quotidiano di una donna all'indomani della rivoluzione).
Ma il Festival di Namur ha in programma anche 35 produzioni e coproduzioni belghe, tra cui alcune anteprime. Tra queste, due scoperte cannensi, Hors les
murs, opera prima di David Lambert, e La Tête la première [+leggi anche:
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scheda film] (foto), primo film di Amélie van Elmbt. Vi si ritroveranno anche pellicole ammirate nei festival di fine estate: Tango Libre [+leggi anche:
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intervista: Frédéric Fonteyne
scheda film], premiato a Venezia e che aprirà il festival, ma anche Kinshasa Kids [+leggi anche:
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intervista: Marc-Henri Wajnberg
scheda film] di Marc-Henri Wajnberg e Twa Timoun [+leggi anche:
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scheda film] di Jonas d’Adesky. Infine, saranno presentati in esclusiva Le Sac de Farine, primo lungometraggio di Kadija Leclere, stimata direttrice
casting; Dead Man Talking, opera prima di Patrick Ridremont, attore ed ex agitatore del piccolo schermo belga; e infine, Au nom du fils del prolifico Vincent Lannoo
(del quale si può vedere attualmente nelle sale l'avventura americana, Little Glory [+leggi anche:
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scheda film]).
(Tradotto dal francese)