01/10/2012 - Dopo 24 anni di assenza, il regista torna in patria per l'adattamento dell'omonimo romanzo di Lars Kaplan

Dopo 24 anni di assenza, il regista Lasse Hallström torna al cinema svedese con The Hypnotist [+leggi anche:
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scheda film], adattamento dell'omonimo romanzo di Lars Kaplan. Si tratta anche del debutto di Hallstrom nel thriller, dopo una carriera a Hollywood dominata da storie di carattere più sentimentale e di grande successo al botteghino. E' inoltre la prima partecipazione del regista alla competizione del Festival di San Sebastian.

The Hypnotist racconta come il brutale assassinio di una famiglia nella propria casa a Stoccolma dia il via a un'indagine della polizia che, fin dal principio, si preannuncia complessa per le strane circostanze che circondano il caso. L'assenza di una qualsiasi pista fa sì che l'ispettore Joona Linna (Tobias Zilliacus) faccia ricorso all'aiuto di un noto ipnotizzatore, Erik Maria Bark, interpretato da un magnifico Mikael Persbrant, per interrogare l'unico sopravvissuto, un ragazzo di 15 anni entrato in ospedale in stato di shock, e cercare di capire dove si trovi la sorella scomparsa. L'indagine prende una piega inaspettata quando il figlio di Bark e Simone (Lena Olin) viene rapito, dando il via a un complesso intreccio che ricalca schemi e tematiche tipici dei romanzi nordici diventati famosi in tutto il mondo negli ultimi anni.

Hallström riesce a creare uno stile visivo potente, oscuro, freddo, con atmosfere inquietanti e torbide su cui spicca la fotografia di Mattias Montero, dando vita a un genere ibrido che utilizza i canoni del thriller, del dramma e di altri generi. Tuttavia, non arriva ad assemblare questi elementi in maniera del tutto coerente e i difetti di sceneggiatura si fanno più evidenti nella parte finale del film.

The Hypnotist è prodotto da Peter Possne e Börje Hansson per Svenk Filmindustri e Sonet Film.

(Tradotto dallo spagnolo)