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LONDON FILM FESTIVAL 2012

Seven Psychopaths, la prova eccellente di Martin McDonagh

di 

- Seven Psychopaths è un film coinvolgente e accattivante

Martin McDonagh, regista e scrittore britannico di origini irlandesi, si è fatto notare con la vittoria dell’Oscar al Miglior Corto di Live Action per Six Shooter. Il suo debutto In Bruges — La coscienza dell’assassino [+leggi anche:
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gli ha dato la fama, ma con Seven Psychopaths [+leggi anche:
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, proposto in anteprima inglese al 56° London Film Festival (e in uscita nel Regno Unito e in Irlanda il 7 dicembre) McDonagh è arrivato davvero sul palcoscenico internazionale a fucile spianato — in senso letterale e metaforico. Il film è nel sottogenere indicato talvolta come ‘alla Tarantino’, ma sarebbe ingiusto limitarlo a questo. Seven Psychopaths ha un plot ricco di personaggi eccentrici, dialoghi geniali e violenza estrema, ma le somiglie di superficie finiscono qui.

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Marty (Colin Farrell) è uno sceneggiatore irlandese a Los Angeles, alcolista e in pieno blocco creativo: ha un titolo (Seven Psychopaths, appunto), e nessuna storia per la sua nuova sceneggiatura. Marty frequenta due ladri di cani, Billy (Sam Rockwell) e Hans (Christopher Walken), ma viene tirato in mezzo quando i due rapiscono Bonny, l’amato shi-tzu del malavitoso locale Charlie (Woody Harrelson). Sotto una grandinata di proiettili, il trio fugge nel deserto con Bonny a rimorchio, inseguito da Charlie — tutto andrà a finire nello script di Marty.

Seven Psychopaths contiene una rarità: uno script intelligente e inventivo che utilizza gli standard di genere come il metacinema, il machismo e gli spostamenti in auto e li capovolge. I dialoghi sono pungenti e irriverenti, e ironizzano senza preferenze sul francese, l’inglese e l’irlandese — tra i tanti bersagli —, ottenendo grasse risate. Il film esibisce chiaramente la sua natura misogina: quando Hans commenta una bozza dello script di Marty dicendo che ci sono poche donne, e che quelle poche muoiono di morte violenta, Marty risponde che per le donne, lì fuori, è un mondo crudele. Lo humour, come prevedibile, è nero. Quello che distingue il film dal sottogenere-Tarantino è un cuore tenero che batte, esemplificato dalle affettuose attenzioni per gli animali e dal personaggio di Myra (Linda Bright Clay), moglie di Hans, malata di cancro. Detto questo, ogni volta che McDonagh mostra un momento di umanità, lo distrugge subito con brutale violenza (come, ad esempio Takeshi Kitano in Hana-Bi). Le performance sono tutte di ottimo livello: Farrell interpreta a sorpresa l’uomo retto contro Rockwell e Walken, che però strappano il premio alle migliori battute (con alcune smorfie di troppo). Il film è pieno di cameo di veterani dal ‘muso duro’, come Tom Waits e Harry Dean Stanton. E nonostante tutto, Seven Psychopaths è una farsa che supera i suoi limiti e aggiunge anche una meditazione sulla natura dell’amicizia e la lealtà.

Seven Psychopaths è una co-produzione britannico/statunitense tra CBS Films e Film4 col supporto del British Film Institute.

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(Tradotto dall'inglese)

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