Canal + si difende a Digione
- Manuel Alduy, responsabile cinema del gruppo, ha risposto sulla delicata questione della concentrazione dei finanziamenti
Doveva dibattere con due importanti produttori indipendenti, ma alla fine si è ritrovato da solo sul palco dei 22mi Incontri Cinematografici organizzati a Digione dall’ARP (società civile degli Autori-Registi-Produttori). Così, Manuel Alduy (foto), responsabile cinema di
Secondo Manuel Alduy, l’accusa è falsa. "L’elemento nuovo è che ci sono tanti progetti e nuovi arrivi tra produttori e registi, per un numero di pre-acquisti alquanto stabile. Riceviamo un numero maggiore di progetti cari e mediamente cari perché c'è più concorrenza sui film ambiziosi e certi distributori vogliono film che creino l'evento. La pressione sui film più fragili, in mezzo a quelli costosi, è quindi forte. Negli ultimi anni abbiamo valutato gli importi dei pre-acquisti indipendentemente dalla taglia dei film. Alcuni professionisti ci dicono che sarebbe meglio aumentare il numero dei pre-acquisti, ma questo avrebbe conseguenze sul livello medio dei pre-acquisti. E' più facile dire sì che no, ma non bisogna impoverirsi".
Il responsabile cinema di Canal +, nel sottolineare che "i produttori abituati a produrre grossi budget fanno fatica a farlo a meno", ha anche evidenziato la nascita di una bolla d'inflazione su una trentina di progetti che potrebbero interessare TF1 e M6. Ha anche ricordato che non tutti i film possono sostenere lo choc del prime-time e che pre-acquistare per trasmettere di notte non serve a nessuno. "Ogni anno, Canal + ha bisogno di una dozzina di film-evento. Alcuni non sono cari, ma la maggior parte costa molto. Ma non abbiamo scelta: la verità è che abbiamo bisogno di questi titoli per competere con il cinema americano".
Proprio sulla questione dei film di medio budget e di un certo tipo di cinema i cui progetti non sarebbero ben accetti da Canal + (è quanto pensano i rappresentanti delle associazioni di produttori indipendenti presenti a Digione), Manuel Alduy ha rigettato fermamente l'argomento sul piano del numero di pre-acquisti (stabile secondo le categorie di budget) e ha sottolineato che i film di medio budget sono i più fragili anche su altre fonti di finanziamento. Ma ha anche ricordato alcune verità fondamentali: "Lo storico del box-office dei gruppi o dei distributori indipendenti è un fattore molto favorevole nella valorizzazione del progetto che porta il produttore", "i rapporti produttore-canale TV sono necessariamente diversi tra i produttori che hanno tre progetti all'anno e quelli che ne hanno uno ogni due anni, ma anche rispetto ai produttori che si prendono il rischio di far uscire i film nelle sale".
La questione di un'eventuale concentrazione dei finanziamenti non è stata chiarita fino in fondo. Non c'è fumo senza fuoco, si suol dire, ma anche la strategia di Canal + è da prendere in considerazione, considerato il suo ruolo fondamentale nel finanziamento del cinema francese. Il solo fatto di aver reso pubblico questo dibattito farà sicuramente riflettere i diversi protagonisti.
(Tradotto dal francese)
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