Fatti corsari: alla ricerca di Pasolini
- Un sosia di Pier Paolo Pasolini insegue il fantasma del poeta regista nella borgata dei suoi "ragazzi di vita". Premio speciale della giuria al Torino FF
"Quelli di borgata hanno il demonio dentro. E anche Pasolini ce l'aveva" riflette Alberto Testone, odontotecnico romano di cinquant’anni e sosia di Pier Paolo Pasolini. E' protagonista e co-regista con Stefano Petti di Fatti corsari, Premio speciale della giuria nella sezione Italiana.Doc del Torino Film festival conclusosi sabato scorso.
Sceneggiato e realizzato con Pierpaolo De Sanctis, che ne ha curato anche il montaggio, il documentario è la sublimazione del sogno di un uomo che desidera fare l'attore con quel volto ed è ossessionato dalla figura del poeta regista. Da qui il tentativo di "entrare nel personaggio", sentirne il "peso e l'ingombro", cercare qualcosa in comune. Alberto Testone è nato e vive nella borgata Fidene di Roma, territorio dei ragazzi di vita di Pasolini. Mettersi sulle tracce del poeta significa per Alberto visitare l'ultimo luogo frequentato da P.P.P. prima della sua morte, il ristorante Biondo Tevere; incontrare i personaggi pittoreschi che hanno lavorato con il regista. Interpretare Pasolini in commedie e film. Ed essere tentato, alla fine, di fuggire dalla borgata, da un fantasma troppo scomodo.
Appartiene ad un modo nuovo di documentare il reale Isqat Al Nizam - At the Regime Border di Antonio Martino, anch'esso selezionato nella rassegna di Torino. E' quella che è stata chiamata The Pixelated Revolution nella lettura-performance del regista teatrale attore e scrittore libanese Rabih Mroué, anch'esso presente a Torino: le immagini filmate con i cellulari o videocamere non professionali e diffuse sui social media durante la rivolta in Siria. Attraverso la prospettiva degli attivisti che hanno testimoniato l'assassinio di migliaia di persone, Antonio Martino ha studiato la brutale repressione del governo siriano, fondendo il suo punto di vista con le immagini di dispositivi differenti.
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