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FESTIVAL Francia / Belgio

Il cinema belga protagonista a Les Arcs

di 

- Les Arcs offre un panorama variegato del cinema belga, da Jaco Van Dormael a Koen Mortier, passando per i Dardenne, Van Looy, Lafosse e Lanners

Dopo l’Ungheria, la Danimarca e l’Italia, il Festival del Cinema Europeo di Les Arcs celebra quest'anno il cinema belga. Oltre alle due produzioni selezionate in concorso (Kinshasa Kids [+leggi anche:
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intervista: Marc-Henri Wajnberg
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 di Marc-Henri Wajnberg e La Cinquième Saison di Brosens e Woodworth) e l’anteprima di Dead Man Talking [+leggi anche:
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 di Patrick Ridremont (foto), il Festival propone attraverso 14 lungometraggi e 6 corti un focus sulla folle creatività del cinema belga degli ultimi venti anni. Il viaggio comincia nel 1988 con Picpic et André, primo film di Patar e Aubier, e ci porta fino all’anno scorso con Les Géants [+leggi anche:
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intervista: Bouli Lanners
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 di Bouli Lanners e La Fée [+leggi anche:
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intervista: Dominique Abel, Fiona Gordon
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 di Abel e Gordon.

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La programmazione riflette la diversità della produzione sia del Nord che del Sud del paese. Il successo nel 2003 di De Zaak Alzheimer [+leggi anche:
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 di Erik Van Looy (che nel 2008 realizzerà Loft [+leggi anche:
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, record belga assoluto al box-office nazionale) sembra lanciare tutta una generazione di giovani registi fiamminghi, con universi distinti e singolari, dal racconto sociale (Moscow Belgium [+leggi anche:
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 di Christophe Van Rompaey) al poliziesco paranoico (Pulsar [+leggi anche:
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 di Alex Stockman), passando per il cinico e allucinato Ex-Drummer [+leggi anche:
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di Koen Mortier. Sul fronte francofono, si risale al capolavoro di Jaco Van Dormael (Toto le héros, Caméra d’or nel 1991) e alla prima avventura cannense dei Dardenne (La Promesse nel 1996). Gli anni 2000 rivelano una nuova generazione di cineasti di fama nazionale e internazionale, come Bouli Lanners (Les Géants) e Joachim Lafosse (Elève Libre [+leggi anche:
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intervista: Jacques-Henri Bronckart
intervista: Joachim Lafosse
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), habitué di Cannes, e ancora Frédéric Fonteyne, selezionato di recente a Venezia.

Accanto a questa retrospettiva, il futuro del cinema belga si delinea al Villaggio delle Coproduzioni, cui partecipano cinque progetti belgi, tra cui tre opere prime, Le Bénéfice du Doute di Samuel Tilman (Eklektik Productions), Rabbits di Jean-Julien Colette (Hélicotronc) e Paradise Trips di Raf Reyntjens (Caviar Film).

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(Tradotto dal francese)

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