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FILM / RECENSIONI

Un mondo in pericolo

di 

- Il regista svizzero Markus Imhoof torna con un documentario che supera ogni aspettativa.

Dopo quindici anni d'assenza, il regista svizzero Markus Imhoof (Das Boot ist voll) torna al cinema con un documentario che supera ogni aspettativa, e non solo a livello di box office. Un mondo in pericolo [+leggi anche:
trailer
intervista: Markus Imhoof
scheda film
]
 (More Than Honey)è un'opera profondamente inquietante che beneficia di una narrazione lucida.

Secondo le parole dell'apicoltore industriale John Miller, si sarebbe in presenza di una "morte su larga scala". Da qualche anno è costretto a constatare la scomparsa delle api a livello globale, e le proprie arnie non fanno eccezione. Miller fa le cose in grande, trasportando le sue api in camion attraverso gli Stati Uniti per rilasciarle in immense piantagioni, di mandorli ad esempio. "Quello che sentite è il suono del denaro", si rallegra mentre ascolta il ronzio proveniente da un paesaggio fiorito, quasi surrealista, che si estende a perdita d'occhio. Eppure questi viaggi sono una grande fonte di stress per gli insetti, che non sono fatti per le monoculture e soffrono i pesticidi. Ma questo non basta a dissuadere Miller dal suo allevamento intensivo: nonostante i morsi della coscienza, non abbandonerà il suo business.

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Un mondo in pericolo è molto più che un'accativante studio animale, splendido nel suo utilizzo delle riprese macro. Con l'abilità di un detective, Markus Imhoof indaga sulle cause della scomparsa delle api e familiarizza lo spettatore con la loro vita sociale altamente complessa. Lui stesso discendente da una famiglia di apicoltori, la sua ricerca lo porta in giro per il mondo, dall'Europa alla Cina passando per l'Australia. Raggiunge sua figlia, che con suo marito studia il sistema immunitario delle api nella speranza di sviluppare una nuova razza che abbia maggiori possibilità di sopravvivenza.

Come la maggior parte dei buoni documentari, Un mondo in pericolo deve molto ai suoi protagonisti. Così conosciamo John Miller, che pur mettendo in risalto le contraddizioni inerenti alla sua attività, non perde in simpatia. Da un'altra parte, scopriamo Fred Jaggi, apicoltore della Svizzera centrale che cerca di preservare la purezza della razza locale, e poi due allevatrici austriache che inviano per posta api regine in tutto il mondo.

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