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INDUSTRIA Francia

I produttori indipendenti si ribellano

di 

- Quattro organizzazioni denunciano la decisione dello Stato di estendere la nuova convenzione collettiva della produzione cinematografica e lanciano il boicottaggio

Firmata dall’API (associazione che riunisce i gruppi Pathé, Gaumont, MK2 e UGC) e dai sindacati SNTPCT (tecnici del cinema e della televisione), CGT, CGC, CFTC e un ramo di FO, la convenzione collettiva che definisce le condizioni di lavoro nella produzione cinematografica rappresenta da diversi mesi un serio motivo di frizione con le organizzazioni di produttori di cinema indipendenti non firmatarie, che la giudicano distruttiva per il cinema francese. La recente decisione dei ministri del Lavoro e della Cultura di estendere dal primo luglio questa convenzione a tutta la professione ha scatenato ieri la dura reazione dell'APC (Associazione dei Produttori di Cinema), lo SPI (Sindacato dei Produttori Indipendenti), l’AFPF (Associazione Francese dei Produttori di Film) e l'UPF (Unione dei Produttori di Film), che hanno deciso di cessare ogni partecipazione a commissioni o comitati professionali (l’anticipo sugli incassi del CNC, ad esempio).

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In un comunicato congiunto, le quattro organizzazioni dicono di "continuare a mettere in allarme i poteri pubblici" sulle conseguenze di questa convenzione collettiva "in termini di distruzione di posti di lavoro e di film" (le stime parlano di 50 lungometraggi in meno prodotti all'anno e da 20 a 30 ulteriori delocalizzazioni delle riprese). Indignandosi per "il rifiuto persistente dei poteri pubblici ad accordare la minima considerazione alle loro parole, ai loro scritti e ai loro atti", sottolineano di non poter accettare, rappresentando il 95% dei film prodotti in Francia, di essere trattati con tale incongruenza e tale disprezzo". Le quattro organizzazioni esprimono inoltre "il loro stupore nel vedere le loro autorità garanti, a scapito dell'interesse generale del settore, contraddire a tal punto i propri impegni a favore dell'occupazione e della diversità culturale". Un caso da seguire…

Questo atto clamoroso ha messo in ombra l'annuncio del CNC di rivedere i suoi aiuti alla distribuzione di film al fine di sostenere le assunzioni di rischio su un mercato sempre più difficile e che tende a bipolarizzarsi (flop più severi e risultati medi più rari). Tra le misure si distinguono un bonus a favore dei distributori che investono un minimo garantito (MG) su produzioni maggioritarie francesi di budget inferiore a 4 M€ e non pre-finanziati da un canale in chiaro, ma anche una valorizzazione degli aiuti selettivi per la distribuzione delle opere nelle sale d'essai.

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(Tradotto dal francese)

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