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INDUSTRIA Spagna

Il cinema spagnolo lancia un grido d'allarme a Malaga

di 

- La chiusura di Alta Films e il peggior fine settimana al botteghino della storia recente precedono il tradizionale incontro del settore durante il festival malaghegno

La conferenza stampa che la federazione di produttori FAPAE tiene ogni anno durante il Festival di Malaga si era trasformata da diverse edizioni in una celebrazione del talento spagnolo, ma anche in una litania di denunce, proteste e problemi. Quest'anno più che mai, con la ferita aperta della recentissima notizia della chiusura di Alta Films (leggi la news), uno dei simboli del cinema spagnolo ed europeo, e con i dati di incasso del fine settimana, i peggiori mai registrati dalle rilevazioni Rentrak, che non ha esitato a qualificarli come "disastrosi": 3,8 milioni di euro e mezzo milione di spettatori.

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Il dato più allarmante tra quelli presentati da Pedro Pérez, presidente di FAPAE, e José Ramón Gómez Fabra, presidente della federazione di esercenti FECE, è stato il confronto tra i primi 21 giorni di aprile 2012 e 2013: un 45,2% in meno di spettatori e un 50% in meno di incasso escludendo l'IVA (che è aumentata di ben tre punti, dall'8% al 21% tra una data e l'altra). A giudicare da questi dati, gli appelli di Pérez (“Ci stiamo giocando tutto in questo momento”) e Gómez Fabra (“Viviamo una realtà drammatica, personale e culturale") risultano quasi moderati.

Pérez è tornato a chiedere al Governo di rettificare l'aumento dell'IVA, in questo appoggiato dall'industria cinematografica europea, come si può leggere nell'editoriale di Alexandra Lebret, direttrice generale del Club dei Produttori Europei (EPC), pubblicato oggi da Cineuropa (leggi la news). Secondo FECE, l'aumento dell'IVA ha provocato un crollo al box office del 5,3% e la perdita del 12,7% dell'occupazione nelle sale cinematografiche. 

Secondo il comunicato emesso dall'associazione di esercenti, l'aumento dell'IVA ha provocato “una riduzione della frequentazione degli spettatori e una maggiore selezione da parte dello spettatore nella scelta di un film, concentrando su pochi titoli (le megaproduzioni) la maggior parte del botteghino, a scapito del cinema europeo, altamente penalizzato dal cambio di aliquota”.

Come se non bastasse, Gómez Fabra ha diffuso un altro dato sconvolgente: dal 2004, quando i cinema registrarono 194 milioni di spettatori, fino al 2012, il calo del numero di spettatori è stato del 40%.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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