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CANNES 2013 Quinzaine des Réalisateurs

Tip Top: le apparenze ingannano

di 

- Serge Bozon presenta una commedia d'autore sfrenata e intelligente con Isabelle Huppert, Sandrine Kiberlain e François Damiens

Hanno "comportamenti privati contrari all'etica della polizia". Una gode nel colpire e farsi colpire, l'altra è una voyeuse. Ed eccole insieme, responsabili di un'indagine sull'omicidio di un informatore della polizia in una piccola città di provincia. Siamo in un poliziesco? Tutt'altro. Con Tip Top [+leggi anche:
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intervista: Serge Bozon
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, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del 66mo Festival di CannesSerge Bozon firma una commedia d'autore molto personale, svelta, ben dialogata e di pungente ironia.

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Nel dare risalto alle interpretazioni notevoli e quasi folli di Isabelle HuppertSandrine Kiberlain e François Damiens, il secondo lungometraggio del regista rivelatosi proprio alla Quinzaine, nel 2007, con La France [+leggi anche:
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, brilla anche per l'intelligenza del suo soggetto, grazie in particolare alla scelta dell'ambiente attorno a cui ruota l'inchiesta: la comunità algerina. Zigzagando ad alta velocità tra una miriade di formule esilaranti, Serge Bozon si diverte a destrutturare i generi iniettando nella frenesia generale una serie di interrogativi "seri" sulla tematica del doppio: vita pubblica-vita privata, doppia cultura e matrimonio misto, autorità-rivolta, poliziotto-informatore, animalità-protocolli sociali, informazione e disinformazione, riflessi…

Adattato dal romanzo omonimo del britannico Bill James, Tip Top comincia con una scena emblematica di questo slalom nelle zone d'ombra e l'arte del contropiede. Il capitano Robert Mendès (Damiens) fa irruzione in un bar pieno di arabi pronunciando un discorso di una xenofobia da brivido, scatenando una bagarre generale per togliere il suo informatore Benamar dai guai. In realtà, il truculento Mendès è ben integrato nella comunità algerina e cerca persino di imparare l'arabo (facendo errori comici). Ma l'informatore infiltratosi in una rete di trafficanti di droga (guidata da una donna) non sopravvive a lungo e, quattro mesi più tardi, il commissario Esther Lafarge (Huppert) e il comandante Sally Marinelli (Kiberlain) indagano sulle presunte falle del sistema di protezione della polizia.

Soddisfacendo in parallelo le loro "perversioni" private in hotel (con, fra le altre, una scena d'antologia sado-maso con Samy Naceri e un martello sotto il cuscino), le due donne proseguono le loro indagini, sotto la sorveglianza serrata di Mendès e del giornalista Nadal, e in uno stile alquanto barocco: Esther teorizzando in maniera iper volubile e Sally che le fa da spalla un po' sciocca ("non perda troppo tempo con pensieri più grandi di lei"). La corruzione e il tradimento vengono dall'interno della polizia? E qual è la vera integrità?  

Nel suo stile comico impregnato di "slapstick", Tip Top è un'opera rigenerante e una prova innegabile del talento poliedrico di Serge Bozon, un cineasta che sa impadronirsi dei generi e mischiarli in ogni modo. Filmato in maniera efficace e nel tono giusto (né realismo documentario, né virtuosismo eccessivo), questo lungometraggio offre anche un punto di vista interessante sulla questione dell'immigrazione e dell'integrazione (immagini TV di rivolte ad Algeri, poliziotti algerini fuggiti dal loro paese dopo la vittoria elettorale del Fronte islamico di salvezza nel 1991 e divenuti informatori in Francia, "pensate che basti parlare arabo per entrare nel nostro ambiente?"). Un insieme complesso veicolato dalla risata, in cui il regista sembra lanciare un invito che riecheggia quello lanciato da uno dei personaggi del film: "Interpretami!".

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(Tradotto dal francese)

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