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INDUSTRIA Esercenti / Europa

'Cinema senza finestre', la paura degli esercenti

di 

- Il Presidente di CICAE Detlef Rossmann chiede un’alleanza cinematografica

La minaccia di un accordo per il libero commercio tra gli USA e l’Unione Europa privo di 'eccezione culturale' per i servizi audiovisivi e cinematografici e la diminuzione delle finestre di sala sono alcuni dei temi che preoccupano maggiormente gli esercenti europei d’essai. "Dobbiamo creare un fronte cinematografico in Europa", ha sottolineato Detlef Rossmann, Presidente di CICAE (Confédération Internationale des Cinémas d'Art et d'Essai) all’annuale conferenza nel corso del 66° Festival di Cannes. "Temo che l’organizzazione internazionale di esercenti d’essai non abbia sufficiente influenza né a Bruxelles né a livello di governi nazionali per combattere per i nostri interessi. Abbiamo bisogno di alleati come Europa Cinemas e UNIC, la grande Unione Internazionale di Cinema in Europa".

I politici devono comprendere che il cinema offre un’opportunità straordinaria di presentazione: "Può unire la gente", ha sottolineato Laurent Creton, professore della Sorbonne, nel suo discorso alla conferenza. "Il cinema è il linguaggio del mondo". La cronologia dei media è però in calo: come riportato dai rappresentati di Mali e Senegal, nell’Africa Occidentale gran parte dei film non si vedono al cinema, ma in versione piratata. E anche se sono di solito i film commerciali i più colpiti dalla pirateria, gli esercenti d’essai sono preoccupati dal fatto che il pubblico giovane voglia che tutto sia disponibile in qualunque luogo e momento. "Questo è l’argomento utilizzato a Bruxelles per eliminare le finestre di uscita", ha enfatizzato Rossmann.

È quindi urgente immaginare una soluzione per evitare che i canali di distribuzione si danneggino vicendevolmente. "Se non la troviamo, l’intera produzione sarà in pericolo. I produttori devono comprendere che otterrebbero difficilmente degli incassi se uno degli elementi centrali della catena di distribuzione dovesse saltare, perché questo porterebbe anche alla mancanza di pubblicità per la successive finestra. E sarebbe un grosso problema anche per il VOD", ha concluso il Presidente di CICAE. "Nell’ottica di una over-produzione in Europa, dovremmo pensare ad investire un po’ meno in produzione ma di più in distribuzione e nel marketing locale, affinché la diversità della quale l’Europa ha bisogno arrivi al pubblico".

(Tradotto dall'inglese)

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