CANNES 2013 Fuori concorso / Francia
Blood Ties: una Redemption song su note già conosciute
- Guillaume Canet firma un remake pieno di influenze presentato fuori concorso sulla Croisette
Blood Ties [+leggi anche:
trailer
scheda film] è il remake dell'omonimo film francese realizzato nel 2008 da Jacques Maillot. Guillaume Canet vi interpretava uno dei ruoli principali, mentre oggi lo ritroviamo dietro la macchina da presa per questo adattamento della stessa storia in lingua, ambientazione e formato americano. Il film è presentato fuori concorso e ha il vantaggio di offrire al 66mo Festival di Cannes una "montée des marches" prestigiosa con il suo cast di prima scelta. Clive Owen, Billy Crudup, James Caan, Mila Kunis, Matthias Schoenaerts, Zoe Saldana e la compagna del regista, Marion Cotillard, formano una rosa di star che ricorda i film di un certo James Gray, che ha co-firmato la pellicola con Guillaume Canet e l'ha coprodotta con Alain Attal (Polisse [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Maïwenn
scheda film]) di Les Productions du Trésor.
Guillaume Canet satura il suo quarto lungometraggio da regista di riferimenti e paradigmi che il cinema americano ci propone in modo più o meno riuscito dagli anni '70. Ed è proprio nel 1974 che si apre Blood Ties. Chris (Clive Owen) esce da un lungo soggiorno in carcere e si trasferisce da suo fratello, Frank (Billy Crudup), poliziotto di New York. Frank spera che Chris sia cambiato, ma tra la sua ex, prostituta e tossicodipendente (Marion Cotillard), e l'entourage che gli propone nuovi crimini, Chris ci ricasca e trascina con sé le persone che gli stanno attorno.
Oltre alla questione evidente del legame di sangue, Blood Ties è un lungo cammino di 144 minuti verso una prevedibile redenzione. La moltiplicazione dei personaggi e dei loro rapporti non aggiunge che un modesto spessore a un racconto che si accontenta spesso di inanellare omaggi come passaggi obbligati (gli inseguimenti in auto, gli spari dietro la schiena, i flashback dolorosi, il filmino delle vacanze guardato in solitudine davanti al proiettore…). Guillaume Canet è palesemente influenzato da Sidney Lumet (Serpico), William Friedkin (French Connection) e Brian De Palma (Carlito’s Way) e cerca di dare tensione alla sua narrazione con espedienti alla Heat (Michael Mann) o The Town (Ben Affleck), mentre i suoi veri legami di sangue si dissolvono nella trilogia fraterna di James Gray (Little Odessa, The Yards, We Own the Night).
Gli attori europei e americani sono convincenti, ma la loro direzione, come la messa in scena generale, manca di un colore proprio. La colonna sonora originale è fiacca e il livello della fotografia di Christophe Offenstein (Ne le Dis à Personne [+leggi anche:
trailer
scheda film]) sfiora talvolta il mimetismo. Alla fine, Blood Ties s’iscrive più tra gli esercizi di stile che non nel solco dei rari adattamenti originali. Avremmo preferito un'opera più sottile e di carattere che non si fosse limitata a copiare un genere d'oltreoceano, dove il film avrà probabilmente un moderato successo.
(Tradotto dal francese)
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.