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FILM Svezia

Il dramma noir svedese Call Girl in concorso al TIFF

di 

- Il debutto di Mikael Marcimain in lizza per un riconoscimento importante al maggiore festival cinematografico rumeno

Una delle dieci opera prime (su 12) in concorso al Transylvania International Film Festival (31 maggio – 9 giugno), il coinvolgente Call Girl [+leggi anche:
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di Mikael Marcimain, è tra i favoriti del festival. Votato come secondo film più popolare del concorso (dopo Ship of Theseus dell’indiano Anand Gandhi) e il più popolare tra gli europei, Call Girl ha incantato il pubblico festivaliero con un eccellente mix di dramma personale, indagini della polizia e scandalo nazionale.

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Marcimain ha bisogno di pochi minuti per raccontare il contesto politico: alla fine degli anni ’70, la Svezia è un faro per gli altri paesi con le sue rivoluzionarie leggi sui diritti delle donne. Gli stessi politici che rendono la Svezia un esempio nel mondo della liberazione sessuale diventano però protagonisti di un mondo seducente, luccicante e sporco di sfruttamento sessuale. Sotto lo sguardo attento e discreto di Dagmar Glans (una convincente Pernilla August), giovani bellissime finiscono nella camera (e nel letto) degli uomini più potenti del paese.

La storia intreccia vari punti di vista e il risultato è un quadro stratificato e colorato di un universo sessuale nel quale gli uomini di potere, le giovani donne e i poliziotti si scontrano nel tentativo (infruttuoso) di salvare un po’ di innocenza. Come Marcimain ha dichiarato nelle note di regia, Call Girl è “una storia di innocenza perduta: delle ragazze, della polizia, dei politici”. Il caso più ovvio è quello della protagonista Iris (Sofia Karemyr), 14enne problematica attratta, soprattutto per inerzia, dal mondo senza scopo del riformatorio all’universo luccicante di Dagmar Glans.

Scoprirà presto che il comportamento materno della donna prevede grandi progetti per lei — Iris ha la pelle bianco latte, occhi blu e una statura alta che incantano alcuni degli uomini più importanti del paese. Il dramma di Iris si intreccia con le indagini della polizia: quando i Servizi Segreti locali scoprono che le menti che conoscono i principali segreti del paese incontrano ragazze da tutto il mondo, parte un’indagine riservata per distruggere gli affari di Glans. Cosa accade però se chi deve autorizzare le indagini è proprio chi ha più da perdere col coinvolgimento del proprio nome nello scandalo?

Mikael Marcimain è stato aiuto regista di La talpa, co-produzione europea di successo di Tomas Alfredson, ed è quindi ovvia la perfetta direzione artistica di Call Girl, che riporta in vita in maniera convincente i colorati anni degli ABBA. Intensa e avvincente, la storia fa dimenticare al pubblico la durata del film, e sottolinea che nessuno è salvo in un mondo nel quale tanti interessi si scontrano.

Call Girl è uno dei migliori esempi per evidenziare il cambio di direzione del concorso del TIFF: se le precedenti edizioni erano focalizzate sulla scoperta di piccoli film e la promozione di opere prime e seconde rumene, la 12^ edizione introduce nel concorso per il Transylvania Trophy (suo principale riconoscimento) alcuni dei film più famosi e premiati. In lizza con Marcimain ci sono infatti A Hijacking [+leggi anche:
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di Iveta Grofova, per menzionare solo alcuni dei titoli europei del concorso, quest’anno multi-continentale.

I premi saranno annunciati l’8 giugno.

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(Tradotto dall'inglese)

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