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FILM Italia

La valle dello Jato: un uomo e la sua piccola tv contro la Mafia

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- Il documentario di Caterina Monzani e Sergio Vega Borrego è in concorso al 9° Biografilm Festival (Bologna, 7-17 giugno), il festival dedicato ai racconti di vita

"Ci sono storie di persone che vale la pena conoscere", è il motto del Biografilm Festival. Una di queste è quella di Pino Maniaci, esuberante giornalista fai-da-te in lotta contro la Mafia, che ogni giorno, dalla sua piccola emittente locale Telejato, sfida i boss della criminalità organizzata facendone nomi e cognomi. Il suo impegno coraggioso e appassionato è raccontato in La valle dello Jato [+leggi anche:
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, documentario firmato da Caterina Monzani e Sergio Vega Borrego, già premiato al RIFF 2013 e presentato nel concorso italiano del Biografilm Festival (Bologna, 7-17 giugno), il festival dedicato alle biografie e ai racconti di vita.

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Pino Maniaci (foto) vive a Partinico, in provincia di Palermo, dove infiltrazioni mafiose e racket inquinano la vita sociale, così come la distilleria Bertolino (la cui proprietaria è parente di un noto mafioso) avvelena l'aria dei suoi abitanti. Contro quest'ultima, Maniaci, volto scavato, baffo imponente e voce roca di chi fuma una sigaretta dopo l'altra, conduce una campagna di denuncia serrata, dal suo telegiornale a conduzione familiare che la tv France 2 ha definito "il telegiornale più lungo del mondo": due ore di notizie dal territorio, di prima mano, senza filtri.  

Ma come mai due giovani registi, una 33enne bolognese che vive a Londra e un 31enne di Madrid, hanno deciso di girare, come loro primo film, un documentario sulla realtà di un piccolo paese siciliano? "Io e Sergio abbiamo frequentato insieme la Scuola Nazionale di Cinema in Inghilterra", ci racconta Caterina Monzani. "Era uscito un bando per un fondo di sviluppo della BBC, così ho pensato di fare un film sull'Italia, che parlasse di giornalismo e comunicazione, in un momento in cui si parlava tanto dei problemi dell'informazione in Italia, Berlusconi, ecc. Ho saputo di Pino da Internet e l'ho contattato".

Telejato è di fatto un esempio virtuoso di informazione libera. Nonostante minacce, pestaggi, auto date alle fiamme e antenne sabotate, Maniaci non ha mai smesso di andare in onda. E non è solo: la popolazione locale lo acclama, lo sostiene, si rivolge a lui per qualsiasi problema. "Per denunciare un fatto ai carabinieri ci vuole mezza giornata. Se lo dici a Pino, in cinque minuti arriva e ci fa un servizio", dicono in paese. Ne esce così un ritratto di una Sicilia diversa, che non è solo omertà, ma anche partecipazione, senso civico e determinazione a contrastare, tutti insieme, la piaga della criminalità organizzata. Colpisce, di questo racconto, anche la serenità e la professionalità della famiglia di Maniaci, moglie e tre figli poco più che adolescenti, che con lui confezionano il tg ogni giorno, prendendosi ogni rischio.

Prodotto da Miafilm, società fondata dai due cineasti, il documentario non ha ancora un distributore ma si avvia a una lunga carriera nei festival internazionali. L'Italia è anche questo, coraggio, solidarietà e lotta per la legalità, ed è bene che si sappia all'estero. E sì, quella di Pino Maniaci è proprio una storia che vale la pena conoscere.   

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