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MERCATO Francia

Lungometraggi documentari in anteprima al Sunny Side of the Doc

di 

- Irak, 10 years after, In The Wake of Stalin e Richly Yours sono alcuni dei documentari più interessanti che saranno trasmessi dalle tv francesi la prossima stagione

Mentre venivano consegnati i premi ai migliori progetti presentati nelle diverse sezioni di pitching del Sunny Side of the Doc, uno dei più importanti appuntamenti di mercato del cinema documentario tenutosi questa settimana a La Rochelle, il pubblico locale, in attesa del festival che si terrà la settimana prossima (leggi la news), è tornato a riempire il CGR Dragon per assistere all'ultima delle anteprime di cinema documentario proposte.

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Il regista Antoine Roix e i sociologi e sceneggiatori Monique Pinçon-Charlot e Michel Pinçon hanno presentato Au bonheur des riches (Richly Yours), film della durata di due ore diviso in due capitoli che sarà trasmesso da France 2 a ottobre e che ruota attorno a "le diverse forme di ricchezza (materiale, culturale, simbolica)”, dicono gli autori, e “la legittimazione del denaro attraverso un uso produttivo, culturale o filantropico”.

Ieri è stato presentato anche L’ombre de Stalin (In The Wake of Stalin), documentario di un'ora e mezza che analizza le cause della mancata destalinizzazione della Russia anche a sessant'anni dalla morte del dittatore e che prende le parti della fondazione Memorial, oppressa dal governo di Putin e cui Thomas Johnson dedica la pellicola, perché la memoria storica è fondamentale per capire il presente in Russia: "Fino a che il governo non riconoscerà ufficialmente la repressione stalinista come un crimine di Stato, la minaccia persisterà". ARTE trasmetterà il documentario in Francia a ottobre.

Come è emerso dagli incontri professionali del mercato, i temi sociali e storici dominano la produzione documentaria attuale. In questa linea si colloca anche Irak, 10 years after (foto), nuova collaborazione tra Canal+ (che lo trasmetterà di ritorno dalle vacanze estive), Norma Percy e Brian Lapping, regista e produttore di The Death of Yugoslavia (1995), i quali hanno spiegato il loro modo particolare di lavorare le interviste ai principali attori del conflitto iracheno come Colin Powell, Dick Chiney, Tony Blair e Nuri al-Maliki: “Prima facciamo un'intervista senza camera e prima di registrare la seconda inviamo le domande, più precise, e parliamo di quello che ci hanno detto gli altri". Il risultato finale è una eccellente collezione di testimonianze politiche che portano lo spettatore nei circoli del potere dove si prendono decisioni di impatto mondiale.  

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(Tradotto dallo spagnolo)

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