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EDITORIALE

Il diritto d’autore è di nuovo preso di mira

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Il diritto d’autore è di nuovo preso di mira

Un anno dopo il dibattito d’orientamento sul diritto d’autore organizzato dalla Commissione europea il 5 dicembre 2012, che aveva talmente preoccupato i creatori europei da spingerli a ricorre a una petizione che chiedeva all’Europa di continuare a sostenere i suoi creatori attraverso la salvaguardia del diritto d’autore, la Commissione rimette in dubbio le regole europee in materia di diritto d’autore attraverso una consultazione pubblica per un’eventuale revisione della regolamentazione attuale.

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Questa consultazione, aperta fino al 5 marzo, prende di nuovo di mira il diritto d’autore. Con un documento di 36 pagine, disponibile solo in inglese, che contiene il questionario costituito da 80 domande delle più disparate, una più tecnica dell’altra, ma tutte pericolosamente orientate verso l’indebolimento del sistema dei diritti d’autore, la Commissione non tiene affatto conto dei lavori, delle riflessioni e delle sentenze dell’ultimo anno.

Il documento di consultazione, riprendendo l’antifona del diritto d’autore come ostacolo alla circolazione delle opere europee, in quanto impedirebbe ai servizi online di estendersi all’insieme del territorio europeo, ignora il processo di dialogo “Licences for Europe”, che aveva visto il coinvolgimento dei professionisti del cinema e della televisione, frutto degli studi sulla distribuzione online delle opere audiovisive nell’Unione Europea (libro verde di luglio 2011, risoluzione del Parlamento europeo di settembre 2012), che avevano peraltro contribuito attivamente a spiegare il funzionamento del mercato europeo del cinema, della televisione e dei nuovi media.

In verità, il fatto che i servizi online siano divisi per territori o regioni linguistiche è frutto di una strategia che le piattaforme online hanno calibrato sulle frammentazioni linguistiche del mercato, oltre che sulle diversità culturali, e non ha niente a che vedere con il diritto d’autore. Non si capisce peraltro in che modo i diversi regimi di diritto d’autore, e le sue eccezioni divergenti da uno Stato all’altro, possano avere un impatto sulla disponibilità delle opere per il pubblico.

Tutti i professionisti europei del cinema e dell’audiovisivo sanno che la semplice disponibilità di un’opera non è abbastanza per assicurarle un pubblico e moltissimi di loro si battono quotidianamente per garantire la promozione e la visibilità delle opere che hanno contribuito a creare, in un paesaggio sovraccarico di offerte, competitivo e che si rinnova in continuazione.

Il diritto d’autore rimane al giorno d’oggi il solo mezzo di tracciabilità, controllo e monetizzazione di opere che diventano sempre più difficili da finanziare e da rendere produttive. E’ anche l’unico modo per gli autori, quando riescono a tenerle sotto controllo, di accumulare un patrimonio che assicuri loro l’indipendenza economica e la libertà di poter creare nuove opere che non siano ordinazioni o ripetizioni di formule vincenti.

Sono la forza dell’Europa e la sua creatività ad essere in ballo. Ecco perché, contrariamente alle nostre abitudini che sono di rispondere noi, in quanto organizzazione professionale, a questo genere di consultazione, invitiamo tutti a rispondere individualmente a questo questionario. Coloro che si oppongono al diritto d’autore hanno monopolizzato il dibattito in rete e hanno già mandato migliaia di contributi alla Commissione, la quale sembra meravigliarsi di aver scatenato uno tsunami, che dovrà ora affrontare.

L’unico punto positivo di questo catastrofico paesaggio è che, dopo una lunga serie di domande che mettono in discussione il campo d’applicazione, la durata e il rispetto stesso del diritto d’autore, alcune domande toccano delle questioni care agli autori, come la necessità di una remunerazione equa e giusta per l’utilizzazione delle loro opere, il bisogno di pratiche contrattuali più giuste e la questione della copia privata.

Se si avesse bisogno di aiuto per rispondere al questionario, si raccomanda di contattare le organizzazioni professionali che, come la SAA, potranno fare da guida. Si invita anche a firmare la petizione lanciata da Creators for Europe per la difesa dei diritti e della cultura cinematografica europea. E’ il momento di far sentire la propria voce!

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(Tradotto dal francese)

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