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BERLINALE 2014 Concorso

Berlinale: La tercera orilla, tale padre, tale padre

di 

- L'argentina Celina Murga concorre a Berlino con un film che osserva attraverso gli occhi di una delle sue vittime una situazione familiare disfunzionale e insostenibile

Berlinale: La tercera orilla, tale padre, tale padre

Comincia in medias res e, come il cinema argentino sa ben fare, La tercera orilla [+leggi anche:
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("la terza riva") di Celina Murga, pupilla di Martin Scorsese e di numerosi fondi europei tra cui il World Cinema Fund di Berlino, conduce lo spettatore nel quotidiano di una famiglia con quell'attenzione meticolosa alle situazioni e ai personaggi che rende sensibili alle loro percezioni ed emozioni.

La situazione non è subito chiara: mentre si pensa di fare la conoscenza di una famiglia senza problemi (in cui i quattro figli giocano e i genitori si amano), si capisce vedendo ripartire il padre con uno dei ragazzi che qualcosa non va. Jorge (Daniel Veronese), che i suoi figli chiamano per nome, vive una doppia vita, tra due donne. Non sappiamo bene in che misura queste accettino l'una l'esistenza dell'altra, né che cosa i figli pensino di questo ménage, ma si sente nettamente che la situazione causa a tutti un tacito disagio – tranne che a Jorge, che va e viene tra le sue due case e le sue diverse attività (ha anche due mestieri: medico e proprietario di ranch).

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Il personaggio su cui ci si concentra è il primogenito, Nicolás (Alián Devetac), la cinepresa scruta costantemente il suo sguardo silenzioso (oltre al tema centrale dell'infanzia, lo sguardo è decisamente uno dei motivi più ricorrenti quest'anno nella competizione berlinese). Lui sa che sua madre a volte piange, sola nella sua camera, e sente il dovere di sorvegliare e proteggere lei e i suoi tre fratelli, essendo il padre completamente assente nonostante egli creda di portare avanti le cose a meraviglia – distribuisce denaro a tutti, equamente ripartito in apposite buste, ma si perde senza porsi domande i quindici anni di sua figlia (compleanno più importante nella vita di una giovane sudamericana), e non ci si potrebbe aspettare altro da un uomo che attacca sulla sua jeep un adesivo in cui si annuncia che non guida quando è ubriaco, e in realtà lo fa, eccome.

Mentre Nicolás tenta di colmare certe mancanze del padre, viene invitato da quest'ultimo a seguire i suoi passi, all'ospedale, al ranch e nei bar dove trova donne facili, perché per Jorge, quello significa essere uomini – mentre Nicolás è giustamente disgustato all'idea di andare a donne con suo padre. Tra i due ruoli assolutamente incompatibili in cui si ritrova senza averlo scelto né voluto e che fanno prendere alla sua vita un corso detestabile, il giovane uomo si ritrova in una situazione talmente impossibile e "solitaria" che decide alla fine di prendere una terza strada, la terza riva del titolo.

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(Tradotto dal francese)

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