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Le sfide di Europa Creativa per le televisioni pubbliche

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- Una conferenza su come Europa Creativa sostiene le televisioni pubbliche è stata organizzata al Parlamento europeo l’11 febbraio

Le sfide di Europa Creativa per le televisioni pubbliche

Una conferenza sulle sfide di Europa Creativa per le televisioni pubbliche è stata organizzata al Parlamento europeo da Silvia Costa, relatrice del dossier Europa Creativa, Michel Boyon, presidente di Eurovisioni e Jean-Paul Philippot, amministratore delegato della RTBF e presidente di EBU.

Europa Creativa ha dei bandi specifici che interessano la programmazione televisiva, e un budget, per il 2014, di 11,8 milioni destinati a registi indipendenti di contenuti televisivi. L’idea di base è quella di cercare di invertire la tendenza che vede l’Unione Europea importare molti più contenuti televisivi di quanti ne esporti, soprattutto tenuto conto che l’Europa possiede dei prodotti d’eccellenza, come le serie danesi. Per poter partecipare al bandi le produzioni televisive devono coinvolgere almeno 3 emittenti televisive ed essere distribuite in 3 paesi MEDIA. Europa Creativa ha anche fissato a 7 o 10 anni il limite dopo il quale il produttore rientra in possesso dei suoi diritti.

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Anche se i programmi televisivi sono ancora principalmente prodotti e consumati nello stesso mercato domestico, serie come Borgen o Burning Bush costituiscono una prova inconfutabile del fatto che stia nascendo una tipologia di finzione televisiva europea, a cui bisogna garantire i mezzi per svilupparsi.

Le emittenti televisive pubbliche possono anche partecipare al bando per piattaforme del sottoprogramma Cultura. Inoltre la componente culturale di altri programmi europei come Horizon2020 per la ricerca e COSME per le piccole e medie imprese è stata rinforzata, una grande conquista della commissione Cultura del Parlamento europeo.

Non dimentichiamo che le televisioni pubbliche europee sono particolarmente importanti perché assicurano che ¾ della loro programmazione sia europea, al contrario dei canali privati che ne assicurano solo il 36%. Le televisioni pubbliche sono inoltre un importante strumento di sostegno e promozione della produzione audiovisiva europea, proteggono l’indipendenza e il pluralismo, che sono alla base della diversità culturale. “Le televisioni pubbliche sono espressione di valori e un aspetto importante del sistema sociale europeo”, afferma l’europarlamentare Silvia Costa.

Nonostante gli sforzi per raggiungere un mercato dell’audiovisivo unico e integrato, che  ha fatto anche l’oggetto di un Libro Verde che dovrebbe essere adottato quanto prima dall’UE, l’industria audiovisiva europea rimane fragile. E ancora più fragile è la situazione dei contenuti audiovisivi destinati alla televisione, che più raramente del cinema fanno oggetto di coproduzioni. La chiusura della televisione pubblica greca (ERT), che ha posto fine alla produzione televisiva greca, ne è un triste promemoria.

“Abbiamo moltissimi ottimi film e un panorama filmico estremamente diversificato. Il problema è che questi film non sono visti e non possono essere visti perché non vengono capiti. Abbiamo bisogno di più sottotitolaggio”, afferma l’europarlamentare Doris Pack, che ha lavorato con Silvia Costa al dossier Europa Creative. “Il premio LUX del Parlamento europeo è stato un’importante fonte d’ispirazione”, aggiunge, “i film erano sottotitolati nelle 24 lingue dell’UE e questo ha dato loro maggiori possibilità di circolare e di essere visti. Abbiamo quindi deciso che delle misure specifiche per il sottotitolaggio dovevano essere parte di Europa Creativa”.

 

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