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FILM / RECENSIONI

La cueva: claustrofobia estrema

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- Questo thriller sconsigliato ai deboli di cuore, che ha vinto tre premi nella sezione Zonazine del Festival di Malaga, concorrerà a Madrid prima di arrivare nelle sale

La cueva: claustrofobia estrema

Se evitate finché possibile di prendere l'ascensore, se i topi vi disgustano più di qualunque altro animale, se non amate essere disturbati nelle vostre certezze, il thriller La cueva non è fatto per rassicurarvi. Se, al contrario, amate il senso di pericolo e le emozioni forti, e le unghie della vostra compagna/o terrorizzata/o che si affondano nel vostro avambraccio non vi danno alcun problema, il secondo lungometraggio di Alfredo Montero (Formentera, 1978) è il film che fa per voi: è una storia stimolante, terrificante, soffocante e ricca di avventure.

La cueva, prodotto da Juan Gordon (di Morena Films), l'attore Marcos Ortiz e il regista stesso, riescono perfettamente a provocare un senso di claustrofobia acuta a cominciare dal nervosismo generato dagli spazi chiusi in cui si sviluppa l'azione. Attraverso il video amatoriale filmato da uno dei protagonisti del film (un procedimento ormai classico, dal film The Blair Witch Project e REC), ci ritroviamo prigionieri, con cinque personnaggi, in una caverna dell’isola idilliaca di Formentera, nelle Baleari (la Grotta di San Valero). Questo procedimento narrativo offre allo spettatore la massima vicinanza con gli attori, ma fa anche di lui uno delle vittime del destino che li attende.

Già qualche minuto dopo l’inizio del film, lo spettatore condivide l’angoscia e i sudori freddi dei personaggi, e non si ha ormai che un unico pensiero: che questo incubo finisca. Questa tensione e questo malessere andranno tuttavia crescendo fino alla metà del film, momento in cui gli eccessi argomentativi giungeranno a saturazione. Tensione e malessere torneranno, poi, carichi di uno slancio positivo nel terzo atto. Il tutto è ovviamente accentuato dalle reazioni isteriche, crudeli, disperate, sgradevoli e perfino cannibalesche che nascono da questo genere di situazioni. Si tratta, quindi, di un vero film horror puro e crudo, così realistico da farvi venire la pelle d’oca – poiché ciò che succede potrebbe accadere a chiunque abbia anche solo un minimo di senso dell’avventura.

In Darkness We Fall (titolo internazionale del film) ha non solo trionfato a Malaga nella sezione Zonazine (premio per il miglior film, premio per il migliore attore a Marcos Ortiz, premio per la migliore attrice a Eva García), ma è anche stato selezionato a FANTBilbao, a Rotterdam e al 03 Maremostra Palma International Film Festival. Arriverà nelle sale spagnole l’11 luglio, e il remake americano è già in programmazione. Un bel percorso per un film la cui carriera ha inizialmente attraversato dei momenti bui: questo film, girato in ambienti naturali stupefacenti è stato proiettato a Sitges nel 2012, per testarne l’effetto sul pubblico, e benché la sua efficacia sia stata confermata, lo sono anche state le sue carenze tanto che il regista ha deciso di girare nuove scene per rinforzare l’impatto del suo lavoro. Ed è proprio con questa versione perfezionata che ha cominciato la sua tournée di festival e che ha iniziato tanto a sedurre che a spaventare il pubblico. La cueva è quindi diventato il film da non perdere per gli amatori del cinema horror più selvaggio.    

Per gli spettatori spagnoli troppo impazienti per aspettare l’uscita nelle sale del film, la pellicola è attualmente in programmazione al Festival international Nocturna di Madrid.

(Tradotto dallo spagnolo da Caterina Vallara)

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