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KARLOVY VARY 2014 Concorso

Je suis à toi: panettiere belga assume gigolò argentino

di 

- La coproduzione belgo-canadese firmata David Lambert è stata accolta con grande emozione dal pubblico alla sua première in concorso al festival di Karlovy Vary

Je suis à toi: panettiere belga assume gigolò argentino

Nell’arco di due film, David Lambert ha saputo forgiare la singolarità del suo cinema affrontando tematiche universali proprie delle relazioni amorose in generale e non limitandosi all’omosessualità di (alcuni) suoi personaggi. Je suis à toi (All Yours) [+leggi anche:
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intervista: David Lambert
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segna anche una nuova prestigiosa selezione in un festival per il regista belga che vede il suo secondo lungometraggio cominciare la sua carriera nella competizione del 49mo Festival di Karlovy Vary, due anni dopo il Rail d’or vinto da Hors les murs [+leggi anche:
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intervista: David Lambert
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alla Settimana della Critica del Festival di Cannes.

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Lucas (Nahuel Perez Biscayar) è un giovane gigolò argentino pronto a tutto pur di sfuggire alla miseria del suo paese. Su internet, accetta la proposta di Henry, un uomo che è il suo opposto sia fisicamente che geograficamente e che lo invita a raggiungerlo nella sua cittadina belga. Henry conta su Lucas per soddisfare i suoi appetiti sessuali, le sue esigenze amorose ma anche economiche, giacché la sua panetteria è minacciata dalla crisi e un po’ di manodopera volontaria è benvenuta. Lucas non è un vero panettiere e non è neanche gay. Un rapporto di dipendenza e sottomissione si instaura tra i due uomini e la personalità da cane pazzo di Lucas vede le sbarre della sua gabbia serrarsi ogni giorno di più. Lui che “non ha bisogno di sesso, ma di un tetto” è trascinato in un gioco in cui le carte sono state mal distribuite sin dall’inizio. Ma quando Lucas si avvicina a Audrey (Monia Chokri), una madre single che lavora alla cassa della panetteria, la speranza di rincollare i pezzi delle loro vite si fa sempre più concreta.

Il film racconta molto, forse a torto nel suo filo narrativo un po’ intasato di eventi nel terzo atto, ma molto più a ragione nei sottotesti in cui si approccia alla prostituzione o all’esplorazione dei personaggi. Questi ultimi si rivelano gradualmente mano a mano che il film tende verso l’intimo. Quando Lucas scopre la collezione di mulini in porcellana di Henry, l’elefante del negozio non è più quello che credeva. Henry, che ama l’opera, canta e balla con una grazia che non ci si aspetta da un personaggio di quella corpulenza, frutto del lavoro manuale. L’apparenza inganna e Lucas, questo professionista del sesso, è imbranato quanto un giovane verginello quando ha a che fare con una donna per cui prova una vera emozione. E’ pur sempre un ragazzo di strada, sopravvissuto manipolando l’interruttore dei suoi sentimenti a favore di una “facile” monetizzazione del suo corpo. David Lambert si è prefisso un compito non facile. Non teme la sessualità e All Yours è a volte molto esplicito, spesso più buffo che squallido nelle sue esternazioni, senza pertanto mai denigrare un argomento serio: la prostituzione e le sue conseguenze sull’essere umano.

Alla fine, il film non è altro che una sorta di striptease, dal letterale al figurato. Quando il pubblico scopre Lucas nei titoli di testa, è nudo. Più tardi, si farà letteralmente rivestire in una scena emblematica di shopping di coppia. Alla fine, dovrà spogliarsi di nuovo, ma per svelarsi per quello che è davvero. 

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(Tradotto dal francese)

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