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USCITE Portogallo

Os Maias: João Botelho rivisita il Portogallo di Eça de Queiroz

di 

- L’adattamento del romanzo sarcastico pubblicato nel 1888 arriva oggi in 22 sale

Os Maias: João Botelho rivisita il Portogallo di Eça de Queiroz
Graciano Dias, Adriana Luz and Maria João Pinho in una scena di Os Maias

Le grandi opere sono di solito universali e senza tempo, attraversano frontiere e sfidano le cronologie per la loro capacità di riuscire a ispirare perfino molte generazioni dopo la loro creazione. Os Maias [+leggi anche:
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, pubblicata nel 1888 dal portoghese Eça de Queiroz, è una di queste. Monumentale, amorale e profondamente sarcastico, il romanzo arriva sul grande schermo, firmato da João Botelho. Il regista di 65 anni pare abbia visto nell’opera un dramma incestuoso di un’epoca passata, lo specchio del Portogallo del XXI secolo. Nonostante i frou-frou delle donne e gli abiti eleganti dei suoi personaggi, Os Maias non vuol essere un film d’epoca, ma una riflessione contemporanea sui peccati e lo splendore decadente di una società in crisi. Fortunatamente rimane sempre l’ironia visionaria di Eça, della quale Botelho è un fedele seguace.

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Os Maias racconta la storia di tre generazioni della famiglia Maia: il nonno Afonso (João Perry), il figlio Pedro (Nuno Casanovas) e il nipote Carlos (Graciano Dias). Le peripezie dei primi due, raccontate nel dettaglio nel romanzo, le ritroviamo nel film in una specie di prologo girato in bianco e nero che annuncia e contestualizza la trama principale. Questa, da parte sua già girata a colori, inizia con il giro di Carlos per Lisbona, a 27 anni, dopo un viaggio iniziatico per l’Europa. Carlos ha deciso di stabilirsi nella capitale e di esercitare lì il suo nobile lavoro di medico. Ma tra il nuovo progetto di vita e la sua realizzazione c’è una grandissima distanza, tanto che finisce per dedicarsi a passatempi pubblici e a vizi privati, e dove si dà luogo a certi paradossi.

È in questa distanza, piena di potenziale grottesco, che Botelho concentra il suo adattamento, volgendo il suo sguardo da cineasta a questa enorme galleria di personaggi archetipici proposta da Eça. Ma sembra difficile trovare e imporre uno stile personale quando il punto di partenza del film è un’opera così contundente come Os Maias. La soluzione che si trova è radicale: oscillare tra l’inevitabile ellissi narrativa e l’esatto opposto, ovvero una trasposizione quasi inalterata sullo schermo della maggior parte degli animati dialoghi dell’opera, e l’introduzione della voice-over di un narratore.

In questo processo di adattamento, Os Maias si afferma come un film corale dai forti toni teatrali e operistici. A questo contribuiscono i numerosi piani fissi, il registro tragicomico degli attori e i decori che includono scene in interni di maestose case antiche e falsi ambienti esterni pitturati a olio dall’artista João Queiroz. In realtà, tutte le scene di Os Maias sono state girate in interni, e questo per motivi tanto estetici quanto economici, che non avrebbero lasciato Eça indifferente.

Nel gruppo di attori del film, figura Pedro Inês, che lo vediamo per la prima volta al cinema, nel ruolo di João da Ega, il mordace miglior amico del protagonista, e l’attrice Maria João Pinho (che vedremo a breve nel primo lungometraggio del super premiato João Salaviza), che interpreta il ruolo di una contessa adultera, deliziosamente patetica ed eccessiva. Graciano Dias è un Carlos da Maia credibile, soffocato dal desiderio e dalla noia borghese, e la brasiliana Maria Flor si è sforzata per creare un accento tra il francese, il portoghese europeo e quello del Brasile per il suo personaggio cosmopolita (la sorella ignorata di Carlos).

Con un budget di 1,5 milioni di euro, Os Maias è una produzione di Alexandre Oliveira per Ar de Filmes. NOS Lusomundo Audiovisuais lo presenta oggi in più di 22 sale, sperando si trasformi in uno dei film nazionali più visti dell’anno.

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(Tradotto dall'inglese)

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