26 (co)produzioni francesi a Rotterdam
- Talenti affermati e giovani esordienti nazionali nella vetrina dell’evento olandese, in particolare con Cosmodrama in prima mondiale

Malgrado l’assenza per il quinto anno consecutivo di cineasti francesi in corsa per i Tiger Awards, la presenza nazionale rimane importante al 44mo Festival di Rotterdam (al via da oggi) con 26 produzioni e coproduzioni in programma nelle varie sezioni.
Nel programma Limelight, che mette in luce i maggiori successi d’autore dell’anno passato, brillano il nominato all’Oscar Timbuktu [+leggi anche:
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scheda film] di Abderrahmane Sissako, Eden [+leggi anche:
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intervista: Charles Gillibert
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scheda film] di Mia Hansen-Love, Bande de filles [+leggi anche:
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intervista: Céline Sciamma
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scheda film] di Céline Sciamma, Loin des hommes [+leggi anche:
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scheda film] di David Oelhoffen e La prochaine fois je viserai le coeur [+leggi anche:
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scheda film] di Cédric Anger, ma anche la coproduzione minoritaria Force majeure [+leggi anche:
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intervista: Ruben Östlund
scheda film] dello svedese Ruben Ostlund.
Cosmodrama di Philippe Fernandez (leggi l'articolo) avrà la sua prima mondiale nella sezione Bright Future dove sono in vetrina anche Un jeune poète [+leggi anche:
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scheda film] di Damien Manivel (menzione speciale della sezione Cineasti del presente a Locarno), Fort Buchanan [+leggi anche:
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scheda film] di Benjamin Crotty (leggi la recensione), il documentario Je suis le peuple di Anna Roussillon e cinque coproduzioni minoritarie: Calling (Wolanie) del polacco Marcin Dudziak, Los Hongos [+leggi anche:
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scheda film] del colombiano Oscar Ruiz Navia, NN [+leggi anche:
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scheda film] del peruviano Hector Galvez Campos, Men Who Save The World [+leggi anche:
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scheda film] del malese Liew Seng Tat e il trionfatore a San Sebastian La Niña de fuego (Magical Girl) [+leggi anche:
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intervista: Carlos Vermut
scheda film] dello spagnolo Carlos Vermut.
In Spectrum si distingue Letters to Max [+leggi anche:
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scheda film] di Eric Baudelaire e Le Paradis di Alain Cavalier (prima internazionale), e tra le coproduzioni Black Stone del coreano Gyeong-Tae Roh (in prima mondiale), A Corner To Heaven del cinese Miaoyan Zhang (prima europea - vendite: Arizona Films), Heaven Knows What degli americani Josh e Benny Safdie, e Jauja [+leggi anche:
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scheda film] dell’argentino Lisandro Alonso.
Da notare infine che Réalité [+leggi anche:
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scheda film] di Quentin Dupieux e la coproduzione minoritaria Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza [+leggi anche:
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intervista: Roy Andersson
scheda film] dello svedese Roy Andersson (Leone d’oro a Venezia) nella sezione Signals: Really? Really. Tre documentari completano la presenza francese quest’anno a Rotterdam: Rock on Bones di Caroline Troubetzkoy e Don't Think I've Forgotten: Cambodia Lost Rock'n Roll di John Pirozzi nel programma IFFR+, oltre a This Is My Land [+leggi anche:
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scheda film] di Tamara Erde nella sezione Signals: Everyday Propaganda.
(Tradotto dal francese)
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