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BERLINALE 2015 Generation

Flocking: Il ritratto oscuro di una comunità in cui la vittima diventa il capro espiatorio

di 

- BERLINO 2015: Una pacifica comunità abbandona tutte le proprie regole nel momento in cui una ragazza di 14 anni sostiene di essere stata violentata da un compagno di classe

Flocking: Il ritratto oscuro di una comunità in cui la vittima diventa il capro espiatorio

La regista svedese Beata Gårdeler ha presentato il suo secondo film, Flocking [+leggi anche:
trailer
intervista: Beata Gårdeler
scheda film
]
, nella sezione Generation della Berlinale di quest’anno. Il film, finanziato dallo Swedish Film Institute, è ambientato all’interno di un’affiatata comunità del nord della Svezia, luogo in cui tutti conoscono i propri vicini e la vita è idilliaca. Ma lo status quo viene turbato quando la 14enne Jennifer sostiene di essere stata violentata dal suo compagno di classe Alexander.

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Anziché colpevolizzare il responsabile, la dinamica comunitaria volta le spalle a Jennifer, facendone il capro espiatorio. Lei e la sua famiglia vengono accusati di aver mentito,  subendo l’ira di una collettività che tende a escludere coloro che osano esprimere la propria opinione. La Corte di Giustizia e il Tribunale sono nelle mani della comunità e l’unica cosa che conta è fare parte del gruppo o esserne esclusi.

Il film raffigura magnificamente una comunità idilliaca che, all’inizio, quando ancora tutto è in ordine, celebra lussuosamente un matrimonio. Gli abitanti voltano lentamente le spalle a Jennifer mostrandoci il loro lato oscuro, fino al punto di arrivare a uccidere degli animali innocenti. Il pubblico non sa sinceramente a chi credere in questa situazione; non abbiamo nemmeno una prova a conferma di quanto sia successo. Jennifer, interpretata da Fatime Azemi, pur essendo chiaramente turbata, rimane passiva, senza mai difendersi apertamente.

La persona che muove i fili dietro l’operazione è Susanne (interpretata da Eva Melander), madre di Alexander, che ci permette di dare una macabra occhiata a cosa si è disposti a fare quando una persona cara è in pericolo. È una vera maestra nell’arte di manipolare chi le sta attorno, soprattutto tramite i messaggi in chat. Questi messaggi, mostrati sullo schermo, sono un ottimo escamotage cinematografico per indirizzare la rabbia crescente verso Jennifer, sullo sfondo di un immacolato paesaggio svedese in cui il film è ambientato. Inizialmente non è chiaro chi sia l’autore di questi messaggi e, una volta svelato il mittente, diventano ancora più crudeli. La contrapposizione tra bellezza e odio puro funziona a meraviglia.

La macchina da presa aggiunge una quieta disperazione al personaggio di Jennifer, focalizzandosi su di lei con lunghe scene. Durante la testimonianza, la telecamera si concentra su di lei e sottolinea il dolore palpabile e la disperazione causati dalla situazione. Facendo un passo avanti e uno indietro, l’obiettivo della telecamera ci dà una panoramica completa dell’evolversi degli eventi.

Alla fine, il pubblico scopre cosa sia realmente successo, ma il finale aperto ci lascia con un punto interrogativo su quali possano essere le conseguenze.

Flocking è stato prodotto dal gruppo svedese 2afilm e venduto su scala internazionale dalla Media Luna New Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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