Mercato unico e copyright: Bruxelles vuole la sua riforma
- La DG Connect ha fatto del mercato unico digitale la sua priorità, e della territorialità dei diritti la sua bestia nera
Da gennaio, la riforma del copyright è onnipresente alla Commissione europea e in Parlamento. La DG Connect, cui fa eco l’eurodeputata Julia Reda, ha fatto del mercato unico digitale la sua priorità, e della territorialità dei diritti la sua bestia nera.
I commissari Andrus Ansip e Günther Oettinger annunciano ovunque di voler affrontare il problema della territorialità. Per loro, i 28 sistemi legali di diritto d’autore sono un ostacolo alla competitività del mercato europeo. Quello che chiedono è la licenza unica: una sola trattativa con un autore per una possibile diffusione su tutto il territorio europeo.
Nel suo progetto di relazione sulla riforma del diritto d’autore, Julia Reda predica l’accessibilità paneuropea dei servizi in nome del “diritto del consumatore”, e invita i cittadini europei a mobilitarsi contro il geo-blocking. Commissione e Parlamento preconizzano un sistema equilibrato tra diritto d’autore (remunerato) e diritto del cittadino (di libero accesso).
Ma per l’industria del cinema, la sfida è economica. La frammentazione del mercato del cinema è alla base del modello di creazione. Pre-acquisti, coproduzioni e rivendita dei diritti ai distributori nazionali sono la base del finanziamento di un film. Questo modello di negoziazione si spiega innanzitutto con la specificità culturale e linguistica del mercato. Con il digitale, le pratiche di consumo cambiano, ma i caratteri culturali persistono. Dall’autore all’esercente, la sfida è che i film continuino a trovare il pubblico più ampio possibile.
A un modello “globale” e uniformato, i professionisti del cinema oppongono una necessaria flessibilità del mercato, secondo vari modelli tra cui la multi-territorialità. A Bruxelles, promettono per il prossimo maggio un piano di riforme per un mercato armonizzato.
(Tradotto dal francese)
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