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CANNES 2015 Semaine de la critique

Dégradé: Gaza in bigodini

di 

- CANNES 2015: Arab e Tarzan Nasser vanno in controtendenza rispetto alle consuete rappresentazioni di Gaza facendoci trascorrere un’ora e mezza in un salone di bellezza

Dégradé: Gaza in bigodini

Anche se la situazione evocata in Dégradé [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, primo lungometraggio dei carismatici fratelli Arab e Tarzan Nasser presentato alla Semaine de la critique del Festival di Cannes, non sembra indicare alcun miglioramento delle relazioni e delle condizioni di vita nella Striscia di Gaza, non è di un ulteriore inasprimento che il titolo parla, bensì di un famoso taglio di capelli. Il film, infatti, si svolge interamente a porte chiuse, in un salone di bellezza di Gaza in cui sono riunite una decina di donne e da cui sono banditi gli uomini – anche se il fidanzato mafioso di una delle clienti non cessa di fare capolino davanti alla vetrina, con un kalashnikov sotto il braccio e un placido leone ai piedi.

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Le donne riunite in questo spazio ridotto, protetto a priori dall’esterno, da Hamas e dalla guerra degli uomini, sono di tutti i tipi: c’è una donna leggera e sgradevole dal volto di porcellana (Hiam Abbass), una donna velata, una cinica dotata di poca diplomazia, una fidanzata, una donna incinta, una russa, una ragazzina… Non è che tra tutti questi temperamenti regni proprio l’armonia, e le critiche si sprecano, ma l’atmosfera di colorata animosità che caratterizza questa situazione di coabitazione forzata non fa che riprodurre il senso di asfissia che regna a Gaza in generale, e al quale non si può sfuggire. Inoltre, i caratteri così netti delle une e delle altre vanno smussandosi nel corso del film, e alla fine queste donne si ritrovano accomunate dalla violenza e dal desiderio di dominio dei loro uomini, di tutti gli uomini. Quello che succede fuori basta a creare all’interno del gruppo una coesione naturale, che porta una delle clienti a dichiarare che le cose sarebbero ben diverse sotto un governo tutto al femminile.

In quanto a porte chiuse, con un tale mosaico di personaggi femminili di tutte le età e tutti gli ambienti, il film potrebbe certo sviluppare di più le dinamiche che la sua ingegnosa premessa renderebbe possibile, ma il film sfugge a una catalogazione come pièce de chambre in senso stretto, giacché la consapevolezza perenne del mondo esterno condiziona tutto quello che accade all’interno di questo modesto salone di bellezza. E poi l’approccio dei fratelli Nasser va talmente in controtendenza rispetto a tutto quello che si può vedere o leggere della Striscia di Gaza da essere già per questo degno di ammirazione. Il duo non si è pertanto fatto condizionare dai terribili scontri dell’estate scorsa che, per alcuni produttori, avrebbero dovuto entrare nella scenggiatura. Hanno deciso invece di non cambiarne un rigo. La loro storia riposa su una percezione talmente sottile della situazione del loro paese che pur non modificando niente, hanno anticipato tutto.

Dégradé è prodotto da Les Films du Tambour e Made in Palestine Project, in coproduzione con Full House e Mille et une films per parte francese. Le vendite del film sono affidate a Elle Driver.

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(Tradotto dal francese)

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