Chuck Norris vs Communism: Norris vince la battaglia al TIFF 2015
- Il documentario di Ilinca Călugăreanu mostra come una voce roca e un contrabbandiere siano riusciti ad avvicinare i rumeni al cinema e alla libertà
La proiezione del documentario Chuck Norris vs Communism [+leggi anche:
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scheda film], selezionato al Sundance, in una sessione privata potrebbe essere uno degli eventi chiave della 14ª edizione del Festival internazionale del cinema di Transilvania (29 maggio - 7 giugno, Cluj-Napoca). E’ la storia di come un qualcosa di tanto insignificante come una cassetta VHS possa rappresentare la speranza e la libertà per milioni di persone. Il documentario di Ilinca Călugăreanu impressionerà profondamente varie generazioni di rumeni, sopraffatti dai ricordi del "deserto" culturale degli anni ’80. Ma il film è anche di grande interesse per il pubblico internazionale, per il quale Chuck Norris, lungi dal rappresentare la libertà, è solo una stella del cinema di serie B.
Dalla prima scena, il documentario descrive il contesto: agli inizi degli anni ’80, il regime comunista rumeno diventa più oppressivo. La Televisione Nazionale del paese trasmette solo due ore al giorno, principalmente notizie sulle glorie dell’"età dell’oro" e gli interminabili discorsi del dittatore Nicolae Ceausescu. Nel frattempo, di contrabbando, cominciano a circolare nel paese i primi riproduttori video. Costano quanto una Dacia, l’auto nazionale rumena, e sono pronti a mostrare ai rumeni il mondo occidentale attraverso film sia vecchi che nuovi.
Tutti i rumeni che avessero l’età della ragione agli inizi degli anni ‘80 ricordano i salotti pieni di decine di persone con gli occhi incollati allo schermo televisivo che conteneva un mondo diverso e affascinante: abiti colorati, edifici alti e auto di lusso. L'idea che tutto fosse permesso fece in modo che molti rumeni guardassero con occhi diversi la deprimente e grigia realtà comunista.
Ma da dove venivano i film? E' qui che Teodor Zamfir, contrabbandiere con un vero fiuto per gli affari, e Irina Nistor, traduttrice della Televisione Nazionale stanca delle vergognose riunioni del comitato di censura, entrano in scena. Lui importa film originali dall’occidente e lei li doppia con la sua voce roca che in poco tempo diventerà nota in tutta la Romania. "Dopo la voce di Ceausescu, la sua era la più famosa del paese", dice uno degli intervistati.
Ma Chuck Norris vs Communism è più di una serie di interviste a cineasti, giornalisti e distributori cinematografici, fra i tanti altri, che descrivono l’effetto del loro primo contatto con il cinema occidentale. Il documentario presenta anche elaborate sequenze di docu-fiction con Ana Maria Moldovan nei panni di Nistor, e Dan Chiorean che dà alle azioni di Zamfir un’aria a metà tra gangster e partigiano. E’ un mondo di pericoli, paura e manipolazione ricostruito in modo talmente perfetto da far sembrare che alcune parti di Chuck Norris vs Communism siano tratte da un film biografico.
Per molti rumeni, il documentario sarà come una madeleine di Proust cinematografica. Il suo umorismo mordace ma misurato fa in modo che lo spettatore alterni, a pochi secondi di distanza, i sorrisi con le lacrime, queste ultime provocate dal ricordo nostalgico della sensazione di essere bambini innocenti alla scoperta – sia attraverso il cinema classico che tramite bizzarre pellicole di serie B – di un mondo più grande, più colorato e più vivo della realtà che li circondava.
Sarebbe esagerato dire che i piccoli semi di magia e libertà sparsi dal traffico di VHS di Zamfir contribuirono a creare quella forza e coesione che portò i rumeni alla rivoluzione del 1989? Affatto. Oggi, a oltre 25 anni di distanza, la voce di Nistor è ancora uno dei pochi ricordi felici di quella (non così dorata) epoca.
(Tradotto dall'inglese)
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