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LOCARNO 2015 Concorso

The Sky Trembles…, un viaggio interiore tragico e allo stesso tempo catartico

di 

- LOCARNO 2015: Il film di Ben Rivers, presentato in prima mondiale in concorso a Locarno, è un oggetto delicato e tagliente da maneggiare con cura

The Sky Trembles…, un viaggio interiore tragico e allo stesso tempo catartico

L’inglese The Sky Trembles and the Earth Is Afraid and the Two Eyes Are Not Brothers [+leggi anche:
trailer
making of
scheda film
]
dell’artista e cineasta sperimentale Ben Rivers, in concorso per il Pardo d’oro al Festival del Film Locarno, si scosta dalla sperimentazione pura per regalarci una narrazione misteriosa e metafilmica. Una riflessione personale, allucinata e crudelmente pessimista sul mestiere di cineasta e sulla ricerca di libertà costi quel che costi.

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Il film si divide fondamentalmente in due parti. La prima dedicata al giovane regista francese d’origine spagnola Oliver Laxe, un regista reale (nella vita come sullo schermo) intento a girare il suo ultimo film in Marocco; la seconda, invece, puramente fittizia racconta la storia, tratta dal racconto A Distant Episode di Paul Bowls (conosciuto soprattutto per il suo Il Tè nel deserto portato allo schermo da Bernardo Bertolucci), di un linguista (nel film lo stesso Laxe in fuga dal suo film) rapito, storpiato (gli viene mozzata la lingua) e rivenduto come “buffone di corte”, ballerino triste costretto a indossare un vestito fatto di lattine scintillanti. Sin dall’inizio The Sky Trembles… ci interpella. Le immagini che lo popolano sono di una bellezza quasi ipnotica che sprigiona qualcosa di velenoso. Quest’atmosfera misteriosa è rinforzata dalla scarsità di dialoghi per lo più non tradotti, eccezion fatta per le indicazioni che il regista/protagonista dà ai suoi “attori” (in realtà autoctoni che recitano il ruolo di se stessi). 

Ben presto ci rediamo conto della dimensione metafisica del film: Ben Rivers filma Oliver Laxe che sta girando il suo ultimo film senza però capire fino in fondo quale sia l’obiettivo del regista. Curioso e allo stesso tempo distante, quasi onirico, lo sguardo di Rivers viaggia al di sopra del set del film senza mai soffermarsi veramente su un personaggio o una situazione, come se la realtà gli sfuggisse o forse meglio ancora come se lui stesso volesse fuggire da quella realtà, da una costruzione filmica limitata, crudele. Lo slittamento del film da una forma pseudo-documentaria a una più narrativa trasforma The Sky Trembles… in qualcosa di ben più enigmatico. Laxe diventa la proiezione di Rivers che abbandona il set, scappa in un certo senso dalle convenzioni cinematografiche per regalarsi una fuga nel più profondo di se stesso alla ricerca di una libertà utopica dal sapore velenoso. Improvvisamente, quasi per magia, le parole dei personaggi che popolano lo schermo sono tradotte permettendoci finalmente di accedere al loro mondo, non quello filtrato attraverso il cinema (come sul set del film di Laxe) ma quello vero e spietato nel quale vivono.

Fatto prigioniero e privato della parola Laxe/Rivers perde il suo potere sulla realtà che fino ad allora aveva in qualche modo manipolato, per trasformarsi in un buffone senza volontà. “Hai trovato quello che cercavi” gli grida uno dei suoi rapitori. E se la libertà non fosse proprio che questo, un’immagine distorta e grottesca di se stessi? Un film ipnotico e senza concessioni che ci fa viaggiare lontano, lontanissimo.

The Sky Trembles and the Earth Is Afraid and the Two Eyes Are Not Brothers è prodotto dalla londinese Artangel.

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