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In Concorso - La Petite Lili

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- Delude il film 'accademico' di Miller, tratto da “Il gabbiano” di Checov. La storia si perde nelle citazioni dei grandi del passato

Habitué della Croisette e premio della giuria nel 1998, il regista francese Claude Miller non ha convinto molto con il suo accademico Petite Lili, proiettato oggi.
Trasposizione cinematografica de “Il gabbiano” di Checov, il film racconta il confronto artistico e l’incrocio amoroso di due generazioni in vacanza su un’isola della Bretagna. Il contrasto tra la gioventù e la maturità tra le due attrici protagoniste ( Ludivine Sagnier e Nicole Garcia) e i due cineasti (Robinson Stevenin e Bernard Giraudeau), sotto lo sguardo ironico del patriarca Jean-Pierre Marielle, si trasforma in riflessione sulla creazione. “Ho voluto mostrare l’artificio cinematografico, mettere in rapporto la realtà e la realtà trasposta e suggerire che gli artisti possono risolvere le tensioni della vita attraverso il proprio lavoro”.
Molto classico e senza sorprese, La petite Lili si rivela un omaggio a François Truffaut e a Effetto notte anche se Claude Miller si è difeso citando altri registi come Vincente Minnelli o Jean-Luc Godard e il suo Il Disprezzo. E’ inoltre risultato piuttosto evidente l’agio con il quale gli attori navigati del cast si ritrovano davanti al repertorio classico contrariamente alla coppia dei giovani interpreti, Stevenin e Sagnier.
Prodotto da Les Films de la Boissière con un budget di 5.13 milioni di euro, La petite Lili è anche il risultato di una coproduzione con il Canada, dell’ordine di un 10 per cento, e con 916mila euro di France3 Cinéma. L’uscita in Francia è prevista il prossimo 27 agosto.

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(Tradotto dal francese)

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