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FESTIVAL Russia

Un’Europa innovativa al 38mo Festival di Mosca

di 

- Film europei meno conosciuti nel concorso della rassegna che si svolge dal 23 al 30 giugno. Si apre con 37 della regista danese Puk Grasten

Un’Europa innovativa al 38mo Festival di Mosca
37 di Puk Grasten

Nutrita presenza europea nel Concorso del 38mo Festival Internazionale di Mosca, che si svolge dal 23 al 30 giugno. Si apre con 37 [+leggi anche:
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della regista danese Puk Grasten, coproduzione con gli Stati Uniti ispirata ad una storia vera accaduta nel 1964 a New York, dove avvenne il brutale assassinio di Kitty Genovese. Il lungometraggio di debutto di Grasten deriva da un suo cortometraggio omonimo ed è la tesi da studentessa del NYU Tisch Graduate Film Program. Si prosegue con The Eccentrics, The Sunny Side Of The Street [+leggi anche:
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del veterano polacco Janusz Majewski, adattamento di un romanzo di Wlodzimierz Kowalewski che ha scritto la sceneggiatura con il regista. E’ la storia di un veterano della Seconda Guerra Mondiale amante del jazz che torna in Polonia per formare una band.

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La Francia è presente in concorso a Mosca con Marie et les naufragés [+leggi anche:
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di Sébastien Betbeder (Le Voyage au Groenland [+leggi anche:
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intervista: Frédéric Dubreuil
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), una storia eccentrica che si dipana tra Parigi e un’isola della Bretagna, protagonisti Pierre Rochefort, Vimala Pons, Eric Cantona. La coproduzione tra Germania e Austria Center of My World [+leggi anche:
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intervista: Louis Hofmann
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, dramma familiare con Louis Hofmann (Land of Mine [+leggi anche:
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intervista: Louis Hofmann
intervista: Martin Zandvliet
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), è diretta dall’austriaco Jakob M. Erwa. In concorso anche l’anteprima internazionale de La macchinazione [+leggi anche:
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. Il film di David Grieco sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini è stato selezionato dal critico Peter Shepotinnik, responsabile della programmazione per l’Italia.

Ancora due europei in competizione. Il primo è Train Driver's Diary [+leggi anche:
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intervista: Milos Radović
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di Miloš Radovic, coproduzione serbo-croata che parte da una statistica agghiacciante: nel corso della sua carriera un conducente di treno investe in media dalle 15 alle 20 persone. The Singing Shoes del bulgaro Radoslav Spassov è invece ambientato negli anni dopo la caduta del Muro di Berlino, quando il compositore Edward Kazasyan scopre che sua moglie Lia Ivanova, cantante sopravvissuta ai campi di lavoro comunisti, è stata forzata a lavorare per i servizi segreti.

La line-up della competizione è completata da The Monk and the Demon di Nikolai Dostal (Russia), The Daughter di Reza Mirkarimi (Iran), El sonido de las cosas (The Sound of Things) di Ariel Escalante (Costa Rica), Quase Memória (Oblivious Memory) di Ruy Guerra (Brasile), Haze di Ralston Jover (Filippine) e Worst Woman di Kim Jongkwan (Corea del Sud).

Fuori concorso, per l’Italia c’è Pericle il nero [+leggi anche:
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intervista: Stefano Mordini
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di Stefano MordiniAssolo [+leggi anche:
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di Laura Morante, Fuocoammare [+leggi anche:
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intervista: Gianfranco Rosi
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di Gianfranco Rosi e due documentari nella sezione “Sex, Food, Culture, Death”: Sexxx [+leggi anche:
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di Davide Ferrario e Porno & Libertà [+leggi anche:
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di Carmine Amoroso. La Francia è omaggiata con la celebrazione del prossimo 120mo anniversario della Gaumont, l’Olanda con una mini-rassegna di otto titoli. L’Austria è presente anche con Toni Erdmann [+leggi anche:
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Q&A: Maren Ade
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, premiato a Cannes, la Romania con Sieranevada [+leggi anche:
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Q&A: Cristi Puiu
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di Cristi Puiu, anch’esso proveniente da Cannes. Mentre per il Belgio dal festival di Cannes arriva La Fille inconnue [+leggi anche:
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Q&A: Jean-Pierre e Luc Dardenne
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di Jean-Pierre e Luc Dardenne e un omaggio a Chantal Akerman, scomparsa l’anno scorso, con il suo lungometraggio Jeanne Dielman, 23, Quai du commerce, 1080 Bruxelles. Interessante il documentario Doomed Beauty dei praghesi Helena Třeštíková e Jakub Hejna, sulla star del cinema cecoslovacco Lída Baarová, che ebbe un affaire con il ministro della propaganda del terzo Reich Joseph Goebbels. E ancora: la Grecia con Suntan [+leggi anche:
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intervista: Argyris Papadimitropoulos
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di Argyris Papadimitropoulos; Mom and Other Loonies in the Family [+leggi anche:
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della regista ungherese Ibolya Fekete; la coproduzione tra Lettonia e Lituania Exiled [+leggi anche:
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di Davis Simanis Jr; per la Norvegia due documentari, Magnus [+leggi anche:
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e Brothers [+leggi anche:
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; lo spagnolo Álex de la Iglesia con Mi gran noche [+leggi anche:
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The Modern Project di Anton Källrot per la Svezia.

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