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INDUSTRIA Francia

La controversia europea

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La futura Europa allargata preoccupa i professionisti del cinema francese. Tutte le organizzazioni di categoria della settima arte hanno manifestato la loro disapprovazione per l'adozione del progetto di Costituzione della Convenzione Europea. Pomo della discordia è il principio del voto a maggioranza qualificata al posto di quello all'unanimità.

L'Arp (Auteurs-réalisateurs-producteurs), il Blic (Bureau de liaison des industries cinématographiques) e il Bloc (Bureau de liaison des organisations du cinéma) avevano già lanciato l'allarme indirizzando una lettera comune il 28 maggio scorso a Valery Giscard d'Estaing, presidente della Convenzione Europea e a Romano Prodi, presidente della Commissione, in cui i rappresentanti del cinema d'oltralpe esprimevano preoccupazione per "il passaggio alla maggioranza qualificata per concludere gli accordi commerciali internazionali nel settore culturale e dell'audiovisivo", un progetto che ritorna sul Trattato di Nizza che aveva dal canto suo confermato il mantenimento della regola dell'unanimità degli Sati membri su queste questioni.

Considerato che "questo rimettere in causa la capacità di ciascuno Stato di definire liberamente la propria politica culturale costituisce un passo indietro senza precedenti, e ignora deliberatamente la dimensione culturale della costruzione europea, considerato che la diversità è una delle risorse maggiori del continente", le organizzazioni cinematografiche francesi si appellano ai Capi di Stato e dei governi per rivedere questo progetto che non farebbe che avvantaggiare le multinazionali della comunicazione.

(Tradotto dal francese)

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