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PRODUZIONE Svezia

Suzanne Osten porta al cinema una sceneggiatura ritrovata di Ingmar Bergman

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- La regista aveva già adattato per la radio questo ritratto femminista di Rebecka, un’insegnante che lavora in un centro per persone con disabilità uditive

Suzanne Osten porta al cinema una sceneggiatura ritrovata di Ingmar Bergman
La regista Suzanne Osten

La svedese Suzanne Osten porterà sul grande schermo una sceneggiatura rimasta finora sconosciuta del suo leggendario connazionale Ingmar BergmanSixty-four Minutes with Rebecka è stato scoperto negli archivi di Bergman, che lui stesso donò alla fondazione Ingmar Bergman, stabilitasi ora nell’isola in cui nacque, Fårö.

“All’improvviso, ecco la sceneggiatura, scritta a mano, davanti ai miei occhi, datata 'Fårö, 7 agosto 1969'; una cosa molto strana”, ha dichiarato il direttore esecutivo della fondazione, Jan Holmberg. “Prima di tutto, era un manoscritto compiuto, di una qualità estremamente alta, al livello dei migliori lavori di Bergman. Era anche qualcosa di molto emozionante: oltre ai temi ricorrenti di Bergman, come i problemi di comunicazione, c’era un lato di ribellione politica, di liberazione della donna, incluse scene di sesso violente in questo ritratto di Rebecka, una docente in un centro per persone con disabilità uditive”.

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D’accordo con la svedese DN, Sixty-four Minutes with Rebecka doveva essere, in principio, il contributo di Bergman a un lavoro collettivo con il giapponese Akira Kurosawa e l’italiano Federico Fellini, ma il progetto non andò in porto e rimase chiuso in un cassetto.

Osten, che quest’anno ha diretto The Girl, the Mother and the Demons (2016) dopo una decina di anni lontana dagli schermi, ha già portato il dramma di Bergman in radio, che lo trasmetterà per la prima volta il 6 novembre su SR P1 Drama. Il suo adattamento al cinema sarà pronto per il 2018.

“Si tratta dell’unica sceneggiatura in cui Bergman si mostra femminista. Ha sempre avuto donne forti nel suo cinema ma qui fa un passo n più”, ha dichiarato Osten, che comunque non è mai stata una grande fan del regista o del suo lavoro. “Ma questa è una storia complessa, radicale e incredibilmente audace”. 

Nel frattempo, si è saputo in questi giorni che la regista tedesca Margarethe von Trotta e suo figlio Felix Moeller, autore di vari documentari storici, stanno pianificando un ritratto personale di Bergman, regista grazie al quale von Trotta ha deciso di dedicare la sua vita professionale al cinema. Anche questo film uscirà in occasione dei festeggiamenti per il centenario della nascita del cineasta.

Quando studiava letteratura, von Trotta si innamorò del cinema durante una sua visita a Parigi, dove al cinema Champollion, nel quartiere latino, vide Il settimo sigillo (1957). Durante il suo esilio a Monaco, tra il 1976 e il 1985, ebbe modo di frequentare il maestro svedese.

Secondo DN, il documentario dell’autrice tedesca sarà una produzione di Benjamin Seikel per la tedesca C-Films e includerà interviste con registi e attori da tutto il mondo, e con stretti collaboratori connazionali del cineasta svedese. Ricordiamo che una volta Bergman citò un’opera di von Trotta, Anni di piombo (1981), come uno dei suoi film preferiti.

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(Tradotto dall'inglese)

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