São Jorge: la crisi si combatte con i pugni
- VENEZIA 2016: Il portoghese Marco Martins, rivelatosi a Cannes con l'opera prima Alice, descrive la crisi finanziaria attraverso la storia paradigmatica di un pugile
Quante vittime avranno fatto i temuti "men in black", gli uomini della troika composta da Bce, Fmi e Commissione europea? Nel 2011 nel mirino è finito il Portogallo in bancarotta. Salari tagliati, le piccole attività che chiudono, la gente piena di debiti. Il portoghese Marco Martins, che dieci anni fa a Cannes vinse il Regards Jeune con l'opera prima Alice [+leggi anche:
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intervista: Marco Martins
intervista: Nuno Lopes
scheda film] e da allora si divide tra documentario e teatro, ha voluto con São Jorge [+leggi anche:
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Q&A: Marco Martins
scheda film] (sezione Orizzonti della Mostra di Venezia) eternare in immagini quella crisi finanziaria e lo smarrimento di un intero Paese, attraverso una storia paradigmatica, quella di un pugile.
Torna così a lavorare con il regista, a 11 anni da Alice, Nuno Lopes (Posto avançado do progresso [+leggi anche:
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scheda film]), qui nei panni di Jorge, un uomo che ha perso il lavoro e rischia di perdere la propria famiglia: una donna brasiliana decisa a ritornare nel paese d'origine e un figlioletto che lui adora. Jorge è un gigante gentile, vittima di una famiglia patriarcale, che boxa e partecipa ad incontri truccati per racimolare qualche soldo. Ma questo non basta; per pagare l'affitto di un appartamento tutto per loro e impedire la partenza di Susana (Mariana Nunes) e il piccolo Nelson (David Semedo) bisogna sporcarsi le mani. Jorge ha solo quel fisico da boxeur da offrire e così si decide a lavorare per una delle migliaia di agenzie di recupero del credito che sono sorte con la crisi. Jorge deve solo accompagnare gli esattori per intimorire i creditori, ma quando si tratterà di convincerne uno con le cattive maniere Jorge si tirerà indietro. Ma il suo destino è ormai segnato e Jorge percorrerà la strada intrapresa fino in fondo.
La preparazione per São Jorge ha richiesto 5 anni, nei quali il regista si è immerso nel progetto, coinvolgendo attori professionisti e non professionisti. Questi ultimi sono stati ripresi dalla macchina da presa mentre recitano senza un copione, come fosse un documentario. Ma è soprattutto la performance di Nuno Lopes che rende il film speciale. Lopes incarna la potenza repressa e inesplosa di una fetta della società in ginocchio. Martins mette a fuoco il suo corpo fatto di muscoli nervosi e guizzanti, lo impegna in combattimenti reali, lo riprende mentre si occupa con delicatezza del piccolo Nelson. La magnifica luce atlantica è fotografata con maestria dal d.o.p. Carlos Lopes. Ma soprattuttoMartins mostra di aver fatto tesoro della lezione ricevuta dai suoi maestri Wim Wenders, Pedro Costa e Manoel de Oliveira.
Prodotto da Filmes do Tejo e Les Films de l’Apres-Midi São Jorge è venduto da Celluloid Dreams e uscirà in Portogallo a novembre.
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