We Used to Be Cool: figli, bugie e videotape
- Il terzo film della regista austriaca Marie Kreutzer è incentrato su tre coppie di trentenni che decidono di diventare genitori
Il terzo lungometraggio della sceneggiatrice-regista austriaca Marie Kreutzer, We Used to Be Cool [+leggi anche:
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scheda film], è appena stato proiettato all'interno della sezione Panorama del Black Nights International Film Festival. Dopo aver raccontato la vita in una comune (The Fatherless [+leggi anche:
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scheda film], 2011) e la malattia terminale (Gruber Is Leaving [+leggi anche:
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scheda film], 2015), la Kreutzer affronta nuovamente il suo argomento preferito, i rapporti umani, ma in un ambiente generazionale specifico. Ancora una volta l'amore della regista per le canzoni pop rilevanti narrativamente e i suoi consueti topos che differenziano lo stile di vita della città da quello delle aree suburbane o rurali, sono in bella mostra.
Tre coppie di amici di lunga data sulla trentina, con dinamiche diverse e più o meno realizzati professionalmente e personalmente, decidono quasi contemporaneamente di diventare genitori. Stella (Vicky Krieps) e Markus (Marcel Mohab) sembrano armoniosamente felici all'idea di mettere su famiglia, mentre gli altri due figli sono frutto dello stress auto-inflitto. Avere figli rappresenta il livello successivo da raggiungere per Chris (Manuel Rubey) e Mignon (Pheline Roggan), che fanno pressioni ai loro partner per diventare genitori.
Sorprendentemente, si tratta di un film sui genitori giovani che riesce a trasmettere il suo messaggio senza l'uso stereotipato dei nonni come bussola morale o correttore. Invece, si concentra esclusivamente sulla generazione di trentenni genitori e sulle questioni difficili che devono affrontare, come le filosofie contrastanti in merito alla crescita e all'alimentazione dei figli, le competenze sociali dei figli degli altri, le insicurezze di genitore, lo scetticismo (giustificato) nei confronti di un partner, e una ricerca strutturata del modo migliore per vivere.
Le risposte delle coppie a questi problemi si presentano in forma di video-confessioni a Stella, la documentarista del gruppo, che decide di realizzare un progetto sulla loro esperienza comune. A seconda delle inclinazioni dello spettatore, il film può ricordare Sesso, Bugie e Videotape di Soderbergh, o i commenti "privati" dei partecipanti di un reality show televisivo. Le interviste sono brevi frammenti in bianco e nero, sparsi per un film altrimenti montato in modo convenzionale, girato con colori prevalentemente vivaci. Mostrano lo sviluppo delle singole coppie, così come del gruppo nel suo insieme, ma anche come i ruoli tradizionalmente accettati di padre e madre stiano lentamente ma inesorabilmente sprofondando in un caos indefinibile.
La famiglia, gli amici, i media, la religione, i movimenti sociali e gli altri opinion-maker cercano costantemente di venderci le loro soluzioni per le nostre esperienze di vita. Il film della Kreutzer ci ricorda che queste istruzioni hanno i loro limiti, dal momento che non esistono due persone con lo stesso background ed esperienza. Pertanto, We Used to Be Cool può fungere da piattaforma divertente e perspicace per questa generazione e i suoi problemi di genitori.
We Used to Be Cool è prodotto dalle austriache Novotny & Novotny Filmproduktion e Witcraft Szenario, e Picture Tree ha i diritti internazionali.
In collaborazione con
(Tradotto dall'inglese)
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