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FILM Ungheria

Strangled: "E’ un luogo pericoloso"

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- Distribuito da Big Bang Media, il thriller noir di Arpád Sopsits ha avuto un buon esordio al box-office ungherese nonostante il divieto ai minori di 18 anni

Strangled: "E’ un luogo pericoloso"

Svelato in prima mondiale al festival di Varsavia e lanciato su 42 schermi la settimana scorsa in Ungheria da Big Bang Media, il cupo Strangled [+leggi anche:
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di Arpád Sopsits ha esordito al quinto posto del box-office nel suo primo weekend di programmazione con 13 954 entrate, un ottimo risultato per un titolo "penalizzato" dal suo divieto ai minori di 18 anni. C’è da dire che il cineasta rivelatosi alla Quinzaine des réalisateurs 1990 con Shooting Gallery prima di firmare Video Blues (in competizione a Locarno nel 1992), Abandoned (Gran Premio a Montreal nel 2001) e The Seventh Circle (presentato nella sezione East of the West à Karlovy Vary nel 2009) non lesina eccessi nella descrizione di aggressioni sessuali tendenzialmente necrofile ispirandosi a eventi realmente accaduti tra il 1957 e il 1967 nella piccola città provinciale di Martfu,dove visse un serial killer che diede molto filo da torcere agli inquirenti messi sotto grande pressione dal potere comunista dell’epoca, tra l’insurrezione di Budapest e la primavera di Praga.

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Un sostrato politico che il regista (che ha anche scritto la sceneggiatura del film) distilla con abilità e che spiega l’errore giudiziario iniziale commesso in occasione del primo omicidio che apre il film e che spedisce all’ergastolo Akos Reti (Gabor Jeszberenyi) dopo una prima sentenza di condanna a morte per impiccagione, un processo sbrigativo e le confessioni di questo innamorato non corrisposto di un’operaia di una fabbrica di scarpe locale. Ma sette anni dopo, gli omicidi riprendono e il giovane procuratore Zoltan Szirmai (Peter Barnai) incaricato dell’inchiesta chiede la riapertura del casoAkos Reti (il cui soggiorno in carcere cominciato con una violenza sotto la doccia prosegue con un tentato suicidio).

Indagini nelle acque profonde che smuovono il passato e che turbano, in particolare l’ispettore Bota (Zsolt Anger) e l’ambizioso "district attorney" Gabor Katona (Zsolt Trill) che aveva chiuso frettolosamente il caso per soddisfare le esigenze di uno Stato desideroso di dar prova della sua efficacia appena dopo aver represso le speranze della rivoluzione. Pressioni ("nessuno si congratulerà con lei se emerge la verità") e spionaggio messi in atto mentre il serial killer Pal Bognar (Karoly Hadjuk), un padre di famiglia insospettabile, inanella aggressioni e crimini in una sinistra spirale di dipendenza.

Diretto in modo brillante, in particolare grazie al lavoro notevole del direttore della fotografia Gabor Szabo, ad atmosfere notturne coinvolgenti e a un’ottima ricostruzione dell’epoca degli eventi, Strangled è un thriller che non manca di qualità formali e di intensità, su una sceneggiatura che avanza abilmente su tre piste (l'innocente, l'inchiesta, il killer). Tuttavia, gli aspetti più trash sfiorano il compiacimento ripetitivo e l’intreccio dei racconti è talvolta un po’ forzato (soprattutto il personaggio della sorella di Akos e l’incontro in parlatorio tra quest’ultimo e il vero assassino) per un film che punta chiaramente (e ci riesce) a produrre un impatto reale sull’onda di fenomeni disturbanti, persino sgradevoli.

Prodotto da Gabor Ferenczy e Attila Tozser per Focus Fox Studio, Strangled è venduto nel mondo dall’Hungarian National Film Fund.

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(Tradotto dal francese)

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