Rosi: “La cinquina dei documentari una risposta a Trump”
- Fuocoammare, vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino, è stato nominato per l’Oscar. “Tre mesi impegnativi come una campagna elettorale”

La notizia della candidatura del suo Fuocoammare [+leggi anche:
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intervista: Gianfranco Rosi
scheda film] come miglior documentario per gli Oscar 2017 (leggi la news) ha raggiunto Gianfranco Rosi a Tokyo, dove si trova attualmente per promuovere la pellicola, già venduta in 64 Paesi. “Aver portato Lampedusa ad Hollywood è una cosa bellissima. E’ una grande emozione in un anno meraviglioso”. Girato sull’isola sospesa nel Mediterraneo tra la Sicilia e le coste della Tunisia, il film racconta la realtà dei pescatori che ci vivono e quella dei migranti che arrivano dal Nordafrica.
Rosi dedica la candidatura a Lampedusa: per lui la meta è raggiunta, l’obiettivo era la nomination. “Per ottenerla ci sono stati tre mesi impegnativi come una campagna elettorale. Ora sarà solo una grande festa". Fuocoammare era stato inizialmente inserito nella lista dei candidati al premio per il Miglior film in lingua straniera, ma ne era stato escluso nella successiva selezione. "Non ci credevo più per tutte le varie previsioni, sapevo che sarebbe stata una battaglia fino all'ultimo, nulla era scontato”. Rosi lancia un messaggio politico ricordando che la cinquina dei documentari candidati “parla solo di temi che riguardano gli afroamericani e l'Africa. E’ anche una risposta dell'Academy al presidente Donald Trump che vuole costruire i muri".
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