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FILM Italia

Omicidio all’italiana: una commedia demenziale, ma neanche tanto

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- Maccio Capatonda firma il suo secondo film, dove tra paradossi e non-sense ridicolizza il gusto morboso per la cronaca nera e la spettacolarizzazione del dolore. In sala dal 2 marzo con Medusa

Omicidio all’italiana: una commedia demenziale, ma neanche tanto
Maccio Capatonda (a destra) e Herbert Ballerina in Omicidio all'italiana

La comicità di Maccio Capatonda è molto più sottile di quanto la sua veste demenziale potrebbe far pensare. E se nel suo primo film per il cinema, Italiano medio [+leggi anche:
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, il cineasta abruzzese cedeva a qualche volgarità di troppo nel ritrarre vizi e virtù (soprattutto i vizi) del suo sdoppiato protagonista, la sua seconda prova sul grande schermo, Omicidio all’italiana [+leggi anche:
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, è un piccolo capolavoro di satira, attuale, lucido e mirato, dove tutto sta al suo posto.

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Che cosa hanno Cogne, Avetrana e Novi Ligure (paesi tristemente noti per efferati fatti di cronaca) più di Acitrullo? Un morto, appunto. E’ così che il sindaco di questo fittizio comune sperduto nell’entroterra abruzzese, Piero Peluria (Capatonda), escogita una soluzione per risollevare le sorti del suo paesino, da dove tutti ormai scappano (restano solo 16 abitanti) perché manca il wi-fi. Il piano consiste nell’inscenare, con la complicità di suo fratello Marino (Herbert Ballerina), un finto omicidio e attirare in questo modo l’attenzione di tutti i media, primo fra tutti una seguitissima trasmissione di cronaca nera condotta da una spietata Sabrina Ferilli. Acitrullo verrà così presa d’assalto da giornalisti a caccia di scoop, commissari di polizia ambiziosi disposti a tutto pur di comparire in tv (Gigio Morra) e, soprattutto, da tour operator spregiudicati (Ninni Bruschetta in un efficace cameo) pronti a vendere pacchetti all inclusive sui luoghi dell’orrore.

Tra paradossi, non-sense, vistosi travestimenti e i giochi di parole tipici dell’umorismo di Capatonda (il film è scritto in modo molto preciso e nulla è lasciato al caso), Omicidio all’italiana condanna un po’ tutti, ma in particolar modo la spettacolarizzazione del dolore: “È un film pensato sul turismo dell'orrore e sulla morbosità delle persone che vanno nelle località dove ci sono stati omicidi”, afferma Capatonda, al secolo Marcello Macchia. “L'ispirazione mi è venuta all'Isola del Giglio (teatro del naufragio della Costa Concordia, ndr) e poi ho indagato anche su Cogne (dove nel 2002 venne ucciso il piccolo Samuele Lorenzi, ndr). Parte del film l’ho scritto proprio lì, dove ho trovato più di uno spunto dalle testimonianze degli abitanti”.

Un film “per smuovere le coscienze”, prosegue il regista, “oggi seguiamo i fatti di cronaca nera come se fossero fiction o sport”. Ad Acitrullo, l’indicazione del colpevole è affidata al televoto, le indagini le conducono prima le trasmissioni televisive e poi le forze dell’ordine, la scena del delitto viene inquinata senza scrupolo per trovare l’inquadratura migliore. I politici, intanto, sanno solo pronunciare frasi fatte. Una fotografia impietosa di una civiltà allo sbando, che insegue le cinque tacche della connessione perfetta, crede solo a quello che dice la televisione e per la quale il racconto conta più dei fatti: la prima commedia italiana sulla post-verità, insomma. Nel cast, anche Fabrizio Biggio (I soliti idioti [+leggi anche:
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), che viene additato come il colpevole solo perché ha la carnagione leggermente più scura, e due attrici fresche di candidatura ai David di Donatello: Roberta Mattei, nei panni della poliziotta integerrima (unico personaggio positivo) e Antonia Truppo, in quelli della madre di famiglia assetata di sangue.

Prodotto da Marco Belardi per Lotus Production con Medusa (che lo distribuisce anche), Omicidio all’italiana esce oggi, 2 marzo, in 350 sale.

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