God’s Own Country dà il via al festival di Edimburgo
- Tra i film che si contenderanno il premio Michael Powell per il Miglior film inglese troviamo England Is Mine, Daphne e Julius Caesar

L’Edinburgh International Film Festival, in programma dal 21 giugno al 2 luglio, aprirà con God’s Own Country [+leggi anche:
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intervista: Francis Lee
scheda film] di Francis Lee (Regno Unito), un film che si è già aggiudicato i premi più prestigiosi a Berlino e al Sundance. A chiudere la manifestazione sarà invece Mark Gill con il suo England Is Mine [+leggi anche:
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scheda film] (Regno Unito). In tutto, il festival presenterà 151 pellicole provenienti da 46 paesi, con 17 anteprime mondiali e 12 internazionali, 9 premiere europee e 69 inglesi.
I film che si contenderanno il premio Michael Powell per il Miglior film britannico e la Miglior performance in un film inglese sono God’s Own Country, England Is Mine, Daphne [+leggi anche:
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scheda film] di Peter Mackie Burns, Julius Caesar di Phyllida Lloyd, Kaleidoscope [+leggi anche:
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scheda film] di Rupert Jones, The Last Photograph [+leggi anche:
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scheda film] di Danny Huston, London Symphony [+leggi anche:
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scheda film] di Alex Barrett, The Marker [+leggi anche:
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scheda film] di Justin Edgar, My Pure Land [+leggi anche:
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scheda film] di Sarmad Masud, The Pugilist [+leggi anche:
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scheda film] di Glen Kirby, Romans [+leggi anche:
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scheda film] di Ludwig e Paul Shammasian, e That Good Night [+leggi anche:
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scheda film] di Eric Styles.
Nel concorso dedicato ai lungometraggi internazionali, troviamo Glory [+leggi anche:
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intervista: Petar Valchanov
intervista: Petar Valchanov, Kristina …
scheda film] di Kristina Grozeva e Petar Valchanov (Bulgaria/Grecia), Hostages [+leggi anche:
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intervista: Irakli Kvirikadze
intervista: Rezo Gigineishvili
scheda film] di Rezo Gigineishvili (Georgia/Russia/Polonia), In This Corner of the World di Sunao Katabuchi (Giapone), Maudie [+leggi anche:
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scheda film] di Aisling Walsh (Irlanda/Canada), Menashe di Joshua Z Weinstein (Stati Uniti), Newton di Amit V Masurkar (India), The Oath [+leggi anche:
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scheda film] di Baltasar Kormákur (Islanda), Rage di Sang-il Lee (Giappone), Sexy Durga di Sanal Kumar Sasidharan (India), Story of a Girl di Kyra Sedgwick (Stati Uniti /Canada), Tom of Finland [+leggi anche:
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intervista: Dome Karukoski
scheda film] di Dome KarRegno Unitooski (Finlandia/Svezia/Danimarca/Germania/ Stati Uniti) e Waterboys [+leggi anche:
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scheda film] di Robert Jan Westdijk (Paesi Bassi/ Regno Unito).
I titoli della sezione per il Miglior documentario comprendono invece Amazona di Clare Weiskopf (Colombia), Becoming Cary Grant [+leggi anche:
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scheda film] di Mark Kidel (Francia), Correspondences [+leggi anche:
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scheda film] di Rita Azevedo Gomes (Portogallo), Frágil equilibrio [+leggi anche:
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scheda film] Guillermo García López (Spagna), Donkeyote [+leggi anche:
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scheda film] di Chico Pereira (Germania/Regno Unito /Spagna), The Farthest [+leggi anche:
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scheda film] di Emer Reynolds (Irlanda), The Inertia Variations [+leggi anche:
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scheda film] di Johanna St Michaels (Svezia/ Regno Unito), Last Men in Aleppo [+leggi anche:
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scheda film] di Firas Fayyad e del suo team di registi (Danimarca/Siria/Germania), Leaning into the Wind [+leggi anche:
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scheda film] di Thomas Riedelsheimer (Germania/Regno Unito), Pecking Order di Slavko Martinov (Nuova Zelanda), Teenage Superstars di Grant McPhee (Regno Unito) e Tokyo Idols [+leggi anche:
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scheda film] di Kyoko Miyake (Giappone/Canada/ Regno Unito).
(Tradotto dall'inglese)
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