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KARLOVY VARY 2017 Concorso Documentari

Land of the Free: la battaglia di LA

di 

- KARLOVY VARY 2017: Il documentario d’esordio della danese Camilla Magid punta i riflettori sulle vittime di un sistema carcerario inadeguato che cercano redenzione nei quartieri a sud di Los Angeles

Land of the Free: la battaglia di LA

Cosa serve per trasformare la tua vita in una società che concede uno spazio limitato o nullo al cambiamento? Nel suo documentario d'esordio, Land of the Free [+leggi anche:
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, in gara nella Competizione Documentari del 52o Festival Internazionale del Cinema di Karlovy Vary, la regista danese vincitrice Camilla Magid esplora i segreti del distretto economicamente depresso di South Central LA e dei suoi abitanti svantaggiati, soggiogati da un sistema carcerario insensibile e soffocante, e oppressi dalla devastante e sempre presente minaccia della violenza tra bande.

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Brian Watts (42) è stato appena rilasciato dalla prigione di Stato di Soledad dopo aver scontato 24 anni di una pena da 28 anni all'ergastolo. È cresciuto in una famiglia disfunzionale e ha imparato sin da piccolissimo a fare scelte sbagliate. Ha trascorso la maggior parte della sua vita in prigione e ora deve imparare tutto da zero. Una delle prime cose che fa è aprire un account Gmail e creare la sua identità digitale, oggi cruciale se si desidera candidarsi a un posto di lavoro e un prerequisito per la semplice esistenza nella società automatizzata odierna. Brian partecipa a un programma comunitario che mira a promuovere l'accettazione e il perdono e, seguito dal pastore Swaringer, ha incontri ricorrenti con uno psicologo. Partecipano a questo programma anche Juan (18), un immigrato clandestino da San Salvador in libertà vigilata dopo essere stato arrestato per far parte di una gang, e Gianni (sette), convinto che nessuno lo ami, nemmeno sua madre, Cezanne Lewis, con la quale ha una relazione molto conflittuale dopo che è stata arrestata alla frontiera per aver tentato di contrabbandare 200 chili di marijuana. I tre personaggi stanno cercando di trovare il loro posto in una società che sembra non avere alcun bisogno di loro.

A un primo uno sguardo, si potrebbe dire che i rapporti tra individui, famiglia, società e istituzioni sono l'unico obiettivo dell’analisi critica di Magid. Ma non è tutto. Brian, Juan e Gianni hanno due cose in comune: sono stati vittime delle gang e sono cresciuti senza un padre. "Non assomiglio a lei", dice Gianni, parlando della madre; "Assomiglio a mio padre" - una persona che non ha mai visto. “Sei pronto?”, chiede la madre di Juan prima di abbracciarlo e accompagnarlo alla frontiera. “Ti voglio bene.  Abbi cura di te. Cammina e non guardare indietro". La riconciliazione tra Brian e sua madre, con cui non ha avuto contatti negli ultimi 24 anni, diventa una parte centrale del documentario - e del doloroso processo della costruzione di relazioni sane con le donne nella sua vita.

Nel giro di due anni, Brian, Juan e Gianni ci ricordano che vivere nel mondo libero non significa necessariamente essere liberi. Brian porta ancora il peso delle scelte passate, Juan è in un paese che non può chiamare casa e Gianni è confinato nella sua abitazione per paura che possa accadergli qualcosa nelle strade.

Prodotto dalla danese Final Cut for Real, la finlandese Tuffi Films, gestito a livello internazionale dall'agenzia danese  DR Sales, Land of the Free è un documentario imperdibile che certamente riscuoterà successo nel corso del festival e attirerà l'interesse di molti acquirenti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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