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TORONTO 2023 Special Presentations

Recensione: Une année difficile

di 

- L'attivismo ecologico e il problema del sovraindebitamento nel menù della nuova commedia sociale di Éric Toledano e Olivier Nakache, burlesca, umanista e iper energica

Recensione: Une année difficile
Pio Marmaï, Noémie Merlant e Jonathan Cohen in Une année difficile

"Ne ho bisogno? Ne ho davvero bisogno? Ne ho davvero bisogno adesso?". È nell'impossibile mondo contemporaneo del sovraconsumo, del sovraindebitamento, della crisi climatica e dell'azione militante volta a suonare l'allarme e a invertire il destino, che il duo composto da Éric Toledano e Olivier Nakache si è tuffato con il suo consueto stile dinamico, umanista e comico, ormai facilmente riconoscibile e ben affinato (Quasi amici [+leggi anche:
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), con il loro nuovo lungometraggio Un anno difficile [+leggi anche:
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intervista: Olivier Nakache e Eric Tol…
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, proiettato in anteprima internazionale nella sezione Special Presentations del 48mo Festival di Toronto, prima della sua uscita in Francia il 18 ottobre.

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"Pecore", "egoismo", "aprire gli occhi", "risvegliare le coscienze", "smettete di distruggere il pianeta", "pensate alle generazioni future"... Il piccolo gruppo di attivisti ecologici guidati dalla pasionaria Valentine (Noémie Merlant) mette in atto una serie di operazioni shock per attirare l'attenzione dei media. Dal canto loro, Albert (Pio Marmaï) e Bruno (Jonathan Cohen) hanno preoccupazioni molto più concrete della salvezza del pianeta Terra: sovraindebitati e senza casa, sono più interessati a tirare avanti, a fare un po' di traffici (Albert, addetto ai bagagli in aeroporto dove dorme nelle sale d'attesa, trafuga e vende i prodotti liquidi confiscati dalla sicurezza) e a sopravvivere giorno per giorno nella speranza che i loro debiti vengano ripianati dalla Banca di Francia grazie all'Associazione Phoenix di cui Henri (Mathieu Amalric) è volontario. Quando i due ladri senza scrupoli incrociano i nostri attivisti ecologici, intravedono l'opportunità di fare buoni affari di nascosto. Ma dovranno assecondarli e alla fine si troveranno coinvolti in azioni sempre più audaci...

Sbarazzandosi del superfluo per concentrarsi sull'essenziale, il film – che inizia con un prologo di sconcertante durezza – avanza a ritmo frenetico sulle note di un'incredibile colonna sonora (La Valse à mille temps di Jacques Brel, The End dei Doors, Le Freak degli Chic, ecc.). Sulla scia dell'esilarante duo Pio Marmaï - Jonathan Cohen, i registi tirano molto sulla leva della comicità e si appoggiano al loro sicuro, sincero e premuroso senso di empatia per trasmettere il loro messaggio politico – che mescola emozioni e collassologia – al più ampio pubblico possibile, il tutto con molto buon umore. È una missione di sensibilizzazione cinematografica che usa la risata per attaccare la fonte di un sistema globale "letale" e che cerca di gettare un ponte tra due mondi paralleli (i difensori del pianeta e il popolino strangolato dal costo della vita e dal credito al consumo). Senza mai mascherare le accattivanti debolezze umane dei loro personaggi (anzi), Éric Toledano e Olivier Nakache mettono in risalto – come di consueto nei loro film – la solidarietà, lo scambio, l'impegno, lo sforzo e la buona volontà sotto l'entusiasmante ombrello dell'intrattenimento e con uno stile che ormai padroneggiano così perfettamente che è facile perdonare qualche facile scorciatoia e qualche azzardata piroetta (soprattutto nel finale).

Prodotto da Ten Cinéma e Quad Films, Une année difficile è coprodotto da TF1 Films Production e Gaumont, che cura anche le vendite internazionali.

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(Tradotto dal francese)

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