La Part Sauvage, fragile marginalità
- Con il suo primo lungometraggio, Guérin van de Vorst offre un ritratto sensibile e forte di un giovane uomo perso che si scopre padre
Guérin van de Vorst ha presentato ieri sera al Festival di Namur il suo primo lungometraggio, La Part Sauvage [+leggi anche:
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scheda film], un ritratto forte e sensibile di Ben, ex detenuto fragile ed emarginato che tenta di trovare il suo posto nel mondo scoprendosi padre.
Dopo tre anni di prigione, Ben vuole riallacciare con suo figlio e trovare il suo posto nella società. Quando esce, ritrova Anouar, un amico d’infanzia che lo accoglie come un fratello e gli propone un lavoro nella sua officina. Mentre Ben ha messo la sua vita fra parentesi dietro le sbarre, Anouar ha visto la sua sbocciare, si è sposato, è divenuto padre, ha messo su il suo negozio… Ben si sente presto estraneo a tutti questi risultati. Tanto più che anche lui vorrebbe essere padre, ma i suoi tentativi di riprendere contatto con suo figlio che non sa nulla del suo passaggio in prigione si rivelano poco fruttuosi, a causa delle reticenze della madre e la distanza del figlio. Completamente perso in questa nuova vita al contempo troppo grande e stroppo stretta, Ben trova un orecchio attento in Jo e Mustapha. Forse troppo attento. Poco a poco, l’appetito religioso di Ben vira al radicalismo. Nei suoi compagni di preghiera trova una famiglia che altrove gli viene rifiutata. Tra un lavoro di reinserimento e piccole recidive, tra amicizie sincere e tentazione integralista, Ben condurrà una lotta per resistere all’odio e ritrovare la sua dignità di uomo libero.
Nel ruolo di Ben, ritroviamo Vincent Rottiers, che porta con poche parole e molta intensità il film sulle sue spalle. Ci voleva un attore denso e magnetico per incarnare questo giovane uomo in preda ai suoi demoni ed emarginato da una società che non dà spazio a chi ha sbagliato. Visto spesso nei film belgi, in particolare in L’Hiver Dernier [+leggi anche:
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scheda film], Rottiers impone ancora una volta la sua presenza in un ruolo centrale ed esigente. Accanto a lui ritroviamo Sébastien Houbani, già formidabile in Noces [+leggi anche:
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scheda film], e che qui interpreta Anouar, e Walid Afkir. Salomé Richard incarna invece una figura raramente leggera, proiezione di una possibile speranza nella cupezza del quotidiano di Ben. La Part Sauvage si svolge a Bruxelles, la Bruxelles del Canale, questo limite fra due mondi, quello dei benestanti e quello degli alienati, una Bruxelles maestosa ma fratturata da questo canale, frontiera territoriale e sociologica.
La Part Sauvage è prodotto da Wrong Men, che in pochi anni ha dimostrato una grande capacità nell’accompagnare giovani autori promettenti verso il loro primo lungometraggio. Ricordiamo Préjudice [+leggi anche:
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scheda film]) produrrà anche i prossimi film di Rachel Lang e Laurent Micheli.
La Part Sauvage è coprodotto in Francia da Chevaldeuxtrois, con il sostegno del Centre du Cinéma et de l’Audiovisuel de la Fédération Wallonie-Bruxelles e di screen.brussels. Il film, venduto all'estero da Loco Films, uscirà sugli schermi belgi a fine 2017/inizio 2018.
(Tradotto dal francese)
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