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FILM Italia

Nove lune e mezza: due sorelle e i tanti modi di essere una famiglia

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- Michela Andreozzi debutta alla regia con una commedia che affronta con coraggio temi di scottante attualità, come l’utero in affitto e le famiglie omoparentali. In sala dal 12 ottobre

Nove lune e mezza: due sorelle e i tanti modi di essere una famiglia
Lillo Petrolo, Michela Andreozzi e Claudia Gerini in Nove lune e mezza

Si torna a parlare di utero in affitto nel cinema italiano, ma a differenza di Una famiglia [+leggi anche:
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 visto all’ultima Mostra di Venezia, qui lo si fa col sorriso. Nel suo primo film da regista, Nove lune e mezza [+leggi anche:
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, la popolare attrice comica Michela Andreozzi non teme di affrontare tematiche scottanti: le nuove forme di genitorialità, le famiglie omoparentali, la voglia di maternità a tutti i costi, ma anche il sacrosanto diritto di non fare figli. E lo fa mettendo al centro l’amore tra due sorelle, incarnate dalla regista e da Claudia Gerini (in sala anche in Ammore e malavita [+leggi anche:
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 dei Manetti Bros.), due donne con due personalità e stili di vita completamente diversi, che si ritrovano a condividere un’insolita gravidanza. 

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L’Italia, “un paese in cui ti posso donare un rene, ma non ti posso prestare l’utero”, è una delle battute con cui Andreozzi, anche autrice della sceneggiatura con Alessia Crocini e Fabio Morici, prende posizione nel suo film. “Non sono una fan della strumentalizzazione del corpo”, precisa la regista, “ma perché una donna non può offrire qualcosa di suo, se si tratta di un atto d’amore?”. Questo infatti è, nel caso di Livia (Gerini) e Tina (Andreozzi), fidanzate rispettivamente con Fabio (Giorgio Pasotti) e Gianni (Lillo Petrolo): la prima è iper fertile, ma non ha intenzione di mettere al mondo figli; la seconda non desidera altro che diventare madre, ma il suo corpo non glielo consente. Livia, rabbrividisce al solo pensiero della gravidanza e di portare un “alieno” nella pancia per nove mesi, ma dinanzi alla disperazione della sorella, accetta di prestarle il suo utero, su suggerimento del suo ginecologo omosessuale (Stefano Fresi), che con il suo compagno Manfredi (Massimiliano Vado) ha messo su famiglia più o meno nello stesso modo, però in Canada.

Il tutto deve avvenire, ovviamente, in modo clandestino. E le peripezie che accompagneranno questa folle gestazione, durante la quale una sorella dovrà nascondere la pancia mentre l’altra dovrà simularla con un cuscino sotto al vestito, oltre a creare situazioni esilaranti (alcune riuscite, altre un po’ meno), saranno il pretesto per tracciare un quadro variegato dei mille modi di essere donna e madre: da quelle che sfornano figli per volere di Dio (la nuora interpretata da Claudia Potenza, sposata con il neocatecumenale Vanni, alias Alessandro Tiberi) alle mamme “pentite” (Francesca Cifola in un travolgente cameo), passando per chi, incinta e single, l’uomo della sua vita ha deciso di partorirselo (la cantante Arisa in un altro cameo), e per chi, i figli, non ha proprio intenzione di farli e non se ne vergogna. Una commedia che è innanzitutto un inno alla libertà di scelta, supportata da una coppia di protagoniste affiatate, che sanno mischiare ironia e sensibilità nell’incarnare una sorellanza tenera, conflittuale, contraddittoria, come tutte le sorellanze.

Nove lune e mezza è una coproduzione italo-spagnola di Paco Cinematografica e Neo Art Producciones, in collaborazione con Vision Distribution, che distribuisce il film da oggi, 12 ottobre, in 340 sale.

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