Polemica sul finanziamento
Appena abbozzato, il Rapporto Schwarz sul finanziamento della produzione audiovisiva francese, ha già creato delle polemiche. Iniziato il 5 febbraio scorso su richiesta del ministro della cultura Jean-Jacques Aillagon, lo studio è stato presentato a fine giugno in una una stesura intermedia che ha dato fuoco alle polveri.
Tra le misure pronosticate un ulteriore taglio pubblicitario delle fiction trasmesse sui canali privati e la possibilità per le televisioni terrestri di ovviare agli obblighi di investimento nella produzione cinematografica (3.2 per cento del giro d'affari) se trasmettono meno di 52 film all'anno. In tal caso questo obbligo sarebbe sostituito da un altro, più pesante (da 4.2 al 4.7per cento del Giro d'affari), ma potrebbe essere assegnato indifferentemente al cinema o alla produzione audiovisiva. Per quanto riguarda il resto, questa bozza sottolinea soprattutto l'aumento vertiginoso della remunerazione degli attori nelle produzioni televisive (+70 per cento dal 1997 al 2002, contro un +40 per cento dei budget e un +10 per cento degli autori) e punta molto sull'apporto finanziario creato dalla prossima apertura dei settori di pubblicità attualmente vietati alla televisione (distribuzione, edizione, cinema).
Le proporzioni non hanno convinto l'USPA (Unione dei produttori dell'audiovisivo) che ritengono che Antoine Schwarz non affronti le vere difficoltà: finanziamenti dei canali televisivi troppo bassi, assenza di vere misure di sostegno fiscale, mancanza di aiuti regionali per frenare lo spostamento delle riprese, definizione fumosa di opera audiovisiva. L'organismo prevede anche un "affossamento di tutto il settore della creazione culturale" se il rapporto, che verrà consegnato alla fine del 2003, continuerà a nascondere tutte le disfunzioni del settore.
(Tradotto dal francese)
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