Recensione: Winter Flies
- KARLOVY VARY 2018: Il terzo film di Olmo Omerzu è una combinazione compiuta e coinvolgente di avventura per ragazzi e dramma centroeuropeo
Il terzo film del regista di origine slovena e residente a Praga Olmo Omerzu, Winter Flies [+leggi anche:
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intervista: Olmo Omerzu
scheda film], è un mix inaspettato di road movie e racconto di formazione, che richiama sia i film d'avventura per ragazzi degli anni '80 che le recenti opere d'autore centroeuropee. Ha debuttato in prima mondiale nella competizione di Karlovy Vary.
Due amici, il quattordicenne Marek (Tomáš Mrvík) e il dodicenne Heduš (Jan František Uher), attraversano il paese su un'Audi vecchia rubata. A questa età, una differenza di due anni è chiaramente visibile: Marek ha l'aspetto e l'atteggiamento di un giovane teppista, con la testa rasata e il suo costante vantarsi di fantastiche avventure sessuali. Heduš, dal canto suo, è un ragazzino paffuto che indossa pantaloni mimetici e una pistola BB, con il sogno di unirsi alla Legione Straniera. E Marek è incredibilmente orgoglioso del suo nonno eroe di guerra, che sostiene essere un pezzo grosso nel Dipartimento della Difesa, con un filo diretto con la NATO.
Mentre attraversano la campagna invernale, salvano un bastardino dall’affogamento, che diventa il loro nuovo compagno. Quando incontrano la giovane e graziosa autostoppista Bara (Eliška Křenková), gli ormoni dei ragazzi pubescenti iniziano a scatenarsi, e i due immaginano vari scenari selvaggi in cui "lei ci starà di sicuro". Ma il pubblico non si sorprenderà quando la vedrà chiudersi in macchina per la notte, lasciando i due ragazzi a condividere un sacco a pelo accanto a un falò nel freddo inverno.
Separatamente dal racconto del loro viaggio, Marek viene interrogato in una stazione di polizia, e la montatrice Jana Vlčková accosta la trama del viaggio con ciò che Marek decide di dire alla poliziotta, in modo che lo vediamo proteggere il suo amico (dice che è stato da solo tutto il tempo), ma anche mantenere il suo atteggiamento da duro e continuare con le sue storie di donnaiolo. Ma qui, nella stazione di polizia, il ragazzo si trova di fronte alla realtà, e semplicemente non può farla franca.
Omerzu riesce a evocare i film d'avventura per ragazzi degli anni '80, ma nel contesto dell'Europa centrale e con un’ambientazione invernale piuttosto che estiva. Accoppiato alle performance sincere e naturali dei giovani protagonisti, ciò che otteniamo non è tanto il sentimento agrodolce solitamente associato ai racconti di formazione che Hollywood produceva tanto bene circa trent’anni fa, quanto più una sensazione di dramma di formazione difficile e audace, come quelli venuti fuori dalla regione negli ultimi anni. L'equilibrio tra i due approcci che Omerzu raggiunge è impressionante, e mentre seguiamo l'avventura, siamo anche profondamente consapevoli delle sue implicazioni sociali e umane. C'è una buona dose di magia nel viaggio di Marek e Heduš, ma ci sono anche trappole molto realistiche e dure. Per quanto il finale sia aperto, la sua vibrazione è esilarante e positiva, e Omerzu ha fatto bene a scegliere di oscillare in quel modo, piuttosto che lasciare che la miseria torbida prendesse il sopravvento in questo film invernale.
Winter Flies è una coproduzione della ceca Endorfilm e dell’emittente nazionale Czech Television, della slovena Cvinger Film, la polacca Koskino e la slovacca Punkchart Films. Cercamon detiene i diritti internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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