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SPETTATORI Italia

Stabile il pubblico

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Rimane sostanzialmente stabile il pubblico cinematografico del primo semestre 2003 rispetto allo stesso periodo del 2002. Secondo il campione Cinetel, che rileva circa il 75 per cento dell’intero mercato, sono stati venduti dal 1 gennaio al 30 giugno 2003, 43 milioni 180mila biglietti, con una diminuzione dello 0,12 per cento rispetto ai 43 milioni 234 mila biglietti del primo semestre 2002.
I mesi di maggio e giugno abbassano notevolmente l’andamento positivo dei primi mesi dell’anno: la differenza in biglietti venduti era nel primo quadrimestre del +2,58 per cento rispetto al primo quadrimestre del 2002. Era scesa al +1,84 per cento nel confronto tra i primi cinque mesi e scende ulteriormente, sui sei mesi, al –0,12 per cento.

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Facendo una proiezione sull’intero mercato si può stimare di essere di fronte ad un aumento dei biglietti venduti intorno al +3%, un risultato migliore di quello di altri mercati europei come la Francia e la Germania e peggiore della Gran Bretagna che si avvia a diventare, secondo alcune stime, il primo mercato europeo.

Preoccupato il commento del presidente dell’Anec, Associazione nazionale esercenti cinema, Walter Vacchino per il quale: “La sostanziale tenuta del mercato italiano nel suo insieme evidenzia una voglia di cinema degli spettatori, ancora più evidente nel mese di giugno nel quale, in mancanza di un blockbuster come lo Spider – Man dello scorso anno, molti dei film della classifica dei più visti hanno raggiunto risultati interessanti, mediamente migliori rispetto agli omologhi dello scorso anno. La siccità colpisce anche il cinema in questa estate 2003 e purtroppo le piogge di nuovi film sono ancora lontane. Ancora una volta non si può che esprimere rammarico per una nuova occasione perduta. Inoltre, i dati complessivi del mercato non possono tranquillizzarci perché permane un forte squilibrio tra la crescita dell’offerta, in termini sia di schermi che di giornate di spettacolo, e la crescita del numero dei biglietti venduti. E questo – conclude Vacchino - vuol dire, come evidenzia l’analisi sul territorio, che al di sotto di quel dato generale di sostanziale tenuta, ci sono situazioni gravissime di crisi, scompensi vistosi che minacciano la vitalità di un gran numero di sale cinematografiche”.

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