Visions du Réel svela la programmazione della sua 49esima edizione
- Con l’arrivo della sua nuova direttrice Emilie Bujès, il festival di Nyon esplora nuovi territori (reali ed immaginari)

Sempre innovativo e impegnato, Visions du réel di Nyon presenterà durante la sua 49esima edizione (13-21 aprile) 174 film provenienti da ben 53 paesi, con una presenza marcata di produzioni americane, britanniche o provenienti dall’Europa dell’est, in particolare Ucraina e Serbia, paese all’onore della sezione Focus.
Benché la prima edizione di Emilie Bujès si situi nella continuità del lavoro portato avanti per lunghi e fruttuosi anni dal suo predecessore Luciano Barisone, le sezioni del festival sono state leggermente rimodellate a immagine e somiglianza della nuova direttrice. La principale novità di quest’anno è la nascita della sezione Burning Lights che apre decisamente il festival alla sperimentazione di nuovi linguaggi cinematografici mettendo l’accento sul legame indissolubile fra finzione e documentario. Fra i sedici film selezionati nella nuova sezione troviamo gli svizzeri A Bright Light - Karen and the Process [+leggi anche:
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scheda film] di Emmanuelle Antille, documentario musicale sulla mitica e misteriosa cantante Caren Dalton e Sisters [+leggi anche:
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scheda film] del regista americano, svizzero d’adozione Peter Entell.
Grande presenza di film europei (la maggior parte dei quali in prima mondiale) anche nella Competizione internazionale: gli svizzeri Genesis 2.0 [+leggi anche:
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scheda film] di Christian Frei e Maxim Arbugaev (che ha avuto la sua Première a Sundance) e Los fantasmas del Caribe [+leggi anche:
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scheda film], coproduzione fra Svizzera, Colombia e Francia di Felipe Monroy che torna nella sua Colombia natale per osservarla dritta negli occhi, A l’infini [+leggi anche:
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scheda film] del francese Edmond Carrère, Almost Nothing [+leggi anche:
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intervista: Anna de Manincor
scheda film] (coproduzione italo-franco-belga) dell’artista italiana Anna de Manicor che sarà accompagnata dal suo compatriota Luca Magi e il suo Stories of the Half-Light [+leggi anche:
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scheda film], il tedesco Barstow, California di Rainer Komers, D is for Division [+leggi anche:
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scheda film] di Davis Simanis (coprodotto da Lettonia e Repubblica Ceca), Hombre en la llanura di Patricio Suárez (Spagna e Argentina), Island of the Hungry Ghosts [+leggi anche:
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scheda film] di Gabrielle Brady coprodotto da Germania, Regno Unito, Australia e Stati Uniti, My Father is My Mother’s Brother [+leggi anche:
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scheda film] dell’ucraino Vadym Ilkov, Srbenka [+leggi anche:
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intervista: Nebojša Slijepčević
scheda film] della croata Nebojsa Slijepcevic, senza dimenticare il già meritevolmente premiato (Orso d’oro e Premio per il miglior primo film a Berlino) Touch Me Not [+leggi anche:
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intervista: Adina Pintilie
scheda film] della regista rumena Adina Pintilie.
Decisi a farci viaggiare lontano anche i dieci film in concorso per il Premio del pubblico nella sezione Grand Angle. Fra questi lo svedese Silvana [+leggi anche:
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scheda film] di Christina Tsiobanelis, Mika Gustafson e Olivia Kastebring, ritratto d’un’artista hip hop femminista, Golden Dawn Girls [+leggi anche:
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scheda film] di Havard Bustnes (coprodotto fra Norvegia, Danimarca e Finlandia), anche lui interessato all’universo femminile, e più in particolare alla presenza di partigiane d’un’ideologia d’estrema destra, Over the Limit [+leggi anche:
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scheda film] di Marta Prus (Polonia, Finlandia e Germania) e Time Trial [+leggi anche:
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scheda film] dell’inglese Finlay Pretsell, entrambi incentrati sul lato oscuro del mondo dello sport. Europei anche To Be Continued [+leggi anche:
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scheda film] del lettone Ivars Seleckis e Happy Winter [+leggi anche:
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scheda film] dell’italiano Giovanni Totaro, tutti le due alle prese con le tragicommedie delle società in cui vivono.
A completare un programma audace e innovativo la presenza della regista francese Claire Simon che sarà la Maître du Réel di questa 49esima edizione.
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