Recensione: Silent Meeting
di Vitor Pinto
- Il nuovo film di Miguel Clara Vasconcelos si focalizza su un gruppo di studenti che partecipano a un surreale rito di iniziazione
Dopo essersi concentrato per molti anni sui cortometraggi, alcuni di loro hanno vinto il prestigioso Festival di Curtas Vila do Conde, il regista portoghese Miguel Clara Vasconcelos si è lanciato a capofitto nella sfida di dirigere un film, Silent Meeting [+leggi anche:
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Nel 2013 un gruppo di studenti universitari fa notizia: sono stati trovati annegati su una spiaggia dopo quello è sembrato un rito di iniziazione conosciuto a livello locale come praxe, dove gli studenti più anziani presentano quelli nuovi alla vita universitaria obbligandoli a svolgere una serie di compiti umilianti. Praxe è un argomento di discussione nella società portoghese, e alcuni dei suoi sostenitori sono, stranamente, studenti. Il film s’ispira a questa storia di particolare interesse umano, i cui punti salienti restano poco chiari anche oggi, poiché l’unico sopravvissuto, il Dux (il leader) ha rifiutato di approfondire i dettagli, anche in tribunale.
Il cast di Silent Meeting comprende i debuttanti Ágata Pinho, Isabel Costa, Filipe Abreu e Nuno Fonseca che interpretano i quattro studenti guidati dal Dux, interpretato da Alexander David. La domanda su cosa esattamente porti i personaggi ad accettare i rituali e a firmare la propria sentenza di morte resta senza una risposta, visto che nella maggior parte delle sequenze, sembrano ciecamente disposti a seguire gli ordini. Quando vengono sollevate alcune domande, soprattutto dal personaggio di Pinho, sembrano emergere più per curiosità che per disagio.
Davanti al materiale vero, tragico ma vago, Vasconcelos non si è attenuto ai fatti (che sono pochi). Invece, decide di rielaborare gli eventi con personaggi diversi, ponendoli in uno scenario diverso, dove la spiaggia è stata sostituita dalla campagna e il mare dal fiume. Contemporaneamente, ha ripreso tutto il processo di iniziazione con sfumature allegoriche e con lunghe scene che deliberatamente mantengono un’impassibile distanza dalla narrazione. Diverse sequenze sono ingegnosamente costruite, sottolineando la presenza degli specchi o delle finestre, il che contribuisce anche a quella sensazione di distanza inquietante. Il risultato è un film inusuale con personaggi strani, una storia sconcertante con tracce di surrealismo che rimanda allo stile Greek New Wave – anche se non è consistente come il lavoro dei registi che sembrano essersi ispirati a lui.
Silent Meeting è stato prodotto dal gruppo C.R.I.M. (Lisbona) ed è attualmente nelle sale portoghesi, per gentile concessione di Nos Lusomundo Audiovisuais.
(Tradotto dall'inglese da Francesca Miriam Chiara Leonardi)